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Imprese italiane all’estero: costruttori affidabili

Speciale 30 anni 2016 numero 1

Rapporto ANCE sulla presenza delle nostro imprese edili nel mondo attive nel 2015

Imprese italiane all’estero: costruttori affidabili

Dal 2004 a oggi, il fatturato estero delle imprese che partecipano al Rapporto dell’Ance è più che triplicato, passando da 3,1 a 10,4 miliardi di euro con una crescita media annua del 14,5%: l’aumento cumulato del fatturato tra il 2004 e il 2014 è del 237%.

Nel 2014 il valore della produzione oltre confine dei contractors italiani è cresciuto del 10,2%. Il portafoglio commesse nel 2014 si è arricchito di 187 nuovi lavori per complessivi 10,5 miliardi di euro, di cui oltre 8 miliardi di competenza esclusiva delle aziende nazionali. Le imprese italiane sono impegnate all’estero nella realizzazione di 662 opere per un controvalore complessivo di 73 miliardi di euro circa e un portafoglio lavori di 41 miliardi e sono presenti in 85 Paesi con circa 250 imprese di diritto estero.

Le scelte strategiche prese nel corso degli anni hanno permesso di conseguire una crescita nei mercati esteri in grado di assicurare un business stabile.

Da sei anni il fatturato oltreconfine rappresenta oltre il 50% del totale della produzione; nel corso del 2014 ha raggiunto il picco del 64,1%.

Le imprese italiane, parte del campione, si distinguono sui mercati globali per la loro spiccata capacità di realizzare e gestire complessi sistemi infrastrutturali (autostrade, ferrovie, porti, aeroporti, opere idrauliche, generazione e distribuzione dell’energia e dell’acqua, complessi immobiliari, strutture sanitarie avanzate, cicli ambientali, restauro). Tali capacità rendono il sistema italiano delle costruzioni un partner affidabile per i principali player internazionali del settore.

Anche nel mercato delle concessioni, il sistema delle costruzioni italiano si distingue positivamente: il controvalore dei 24 contratti di concessione supera i 35 miliardi di euro, per una quota italiana di oltre 5 miliardi. Continua l’espansione sui mercati sviluppati: i 17 Paesi dell’Area Ocse rappresentano il 40% del valore dei nuovi contratti e il 30% dell’importo complessivo del totale delle commesse in essere. In crescita anche il business nei Paesi appartenenti al G-20, che rappresenta il 38% delle totale delle nuove acquisizioni 2014 e il 33% del valore complessivo dei cantieri attivi.

Ma tutto questo non è casuale. Non dobbiamo mai dimenticare che storicamente le imprese italiane di costruzione e le grandi società d’ingegneria si sono fatti promotori di un concetto ante litteram di “Made in Italy” connesso soprattutto alle grandi opere infrastrutturali.

Nel 1961, Lewis Mumford, nell’introduzione a “La Città nella Storia”, scrive che il libro “si apre con una città che era, simbolicamente, un mondo: e si chiude con un mondo che è diventato, per molti aspetti pratici, una città”.

Marco Gregoretti, Direttore Responsabile, Dedalo


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Autore: Marco Gregoretti

TAGS: costruzione, edilizia, estero, internazionalizzazione

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