La giornata della collera 2013 numero 34

La Giornata della Collera

Dal Presidente

Un titolo così forte e anche così inusuale per un evento promosso da imprese e da professionisti: perché?

La Giornata della Collera

Per lo stesso motivo per cui in un solo mese ben 20 Associazioni che rappresentano l’intero mondo delle costruzioni, da chi lavora in cantiere a chi produce beni per l’edilizia a chi li distribuisce, da chi si occupa di servizi immobiliari a chi cura la vendita del costruito, dagli ingegneri, ai geometri, agli architetti, si sono unite, hanno lavorato insieme condividendo obiettivi, priorità, contenuti ed insieme hanno organizzato questa grande manifestazione. Per lo stesso motivo per cui oggi ci sono 500 persone dentro Palazzo Mezzanotte e oltre 1000 fuori in piazza al freddo.

Perché la crisi è iniziata nel 2008 e non ci sono segnali di ripresa.

In soli 3 anni 40.000 imprese hanno chiuso, e migliaia di studi professionali hanno ridotto i collaboratori. Dal 2008 ad oggi sono stati persi 360.000 posti di lavoro: l’equivalente di più di 70 ILVA di Taranto. E la perdita occupazionale supera il mezzo milione di posti di lavoro se si considerano anche i settori collegati. Sono numeri enormi, che però non fanno notizia perché il nostro è un settore frammentato, parcellizzato, costituito da imprese piccole e piccolissime. Dal 2008 al 2012 la perdita produttiva è stata del 26%, pari a 43 miliardi di euro in meno. È come se fossimo tornati indietro di 40 anni. Non è solo un problema di decine di migliaia di imprese, società, e studi che chiudono, comprese centinaia di migliaia di lavoratori senza lavoro. Non siamo qui oggi a protestare solo per la crisi del nostro settore.

Siamo qui oggi perché:

  • Se non riparte l’edilizia non riparte l’economia e la nostra crisi si traduce nella più generale paralisi del sistema di produzione di beni e servizi e viceversa. Ogni euro investito nelle costruzioni genera una ricaduta economica pari a 3,4 euro. Ogni miliardo investito nelle costruzioni significa 17.000 nuovi posti di lavoro.
  • Se non riparte l’edilizia i nostri territori si impoveriscono e perdono competitività: pensiamo alla dotazione infrastrutturale, alle opere grandi e piccole, dall’Alta velocità alle strade provinciali e comunali, ma pensiamo anche alle scuole, agli ospedali, alle carceri…
  • Se non si investe nel nostro settore si degrada l’ambiente, mi riferisco al tema della messa in sicurezza del territorio, a quello delle bonifiche e smaltimento dei rifiuti, al tema della lotta all’inquinamento attraverso la riqualificazione energetica degli edifici.
  • Se non si investe nell’edilizia non è possibile dare risposta alla domanda di un bene primario come è la casa, l’infrastruttura sociale su cui poggia qualsiasi società. Considerate che nei primi 6 mesi del 2012 le erogazioni di mutui alle famiglie per l’acquisto della casa rispetto ai primi 6 mesi del 2011 si è addirittura dimezzato. Quindi oggi siamo qui per dire che non è un problema solo del nostro settore.
  • Se non si investe nell’edilizia non solo non riparte, ma arretra l’intero sistema Paese.

E la collera è dovuta anche allo sconforto di assistere a un così grave arretramento. La collera e la rabbia nascono dalla consapevolezza che, nonostante l’impegno che imprese e professionisti  mettono nel fronteggiare questa situazione, questo impegno viene sistematicamente frustrato e vanificato dalla disattenzione da parte di chi dovrebbe, invece, garantire le condizioni per poter lavorare e competere.

Una disattenzione che trova conferma nella completa assenza di visione e nella mancanza di provvedimenti per attuarla, ridando ossigeno alla crescita. Nessuno nega la necessità di mantenere un saldo controllo sull’equilibrio dei conti pubblici, nessuno nega la necessità di tagliare sprechi e porre fine alla spesa improduttiva. Al contrario, è anni che ne invochiamo l’urgenza. Ma l’azione rivolta solamente al qui e ora del controllo dei conti senza alcuna prospettiva rischia di togliere ogni senso, ancor prima che ogni possibilità, di uscire dalla crisi domani.

Vogliamo chiaramente esprimere la nostra rabbia perché sappiamo che esistono provvedimenti a costo zero che possono supportare le imprese nell’opera di creare nuova crescita e altri provvedimenti che a fronte di un piccolo esborso di risorse pubbliche possono generare un volano per creare una grande crescita. Siamo qui, pronti a mostrare quanto siamo in grado di fare, pronti a metterci in discussione e ad assumere un impegno concreto per portare più qualificazione e qualità nei processi e nei prodotti. Ma vogliamo che le nostre capacità, le nostre competenze, la nostra necessità di crescere e generare sviluppo siano riconosciute.

E vogliamo ripartire proprio da Milano, città da sempre motore e avanguardia del Paese che può e deve essere un esempio positivo e virtuoso di capacità di visione strategica, di cultura della trasformazione, della riqualificazione, della rigenerazione urbana, di interventi che producano ricadute in termini economici, ma anche sociali e ambientali. Le imprese che hanno investito nelle loro aziende, il mondo delle professioni che ha promosso il know-how tecnologico e formativo, gli operatori che hanno fatto della qualità e affidabilità un requisito reputazionale, chi rispetta il lavoro nelle regole e nella trasparenza dei contratti, chi oggi è in ginocchio perché paga in prima persona le ricadute negative di un rischio di settore a cui non ha contribuito, tutte queste imprese e professionisti vogliono un patto con il Paese che riconosca il valore del loro lavoro e la dignità del fare impresa e che riconosca all’edilizia un ruolo determinante per la ripresa del sistema Italia.
È questo il senso e lo scopo del manifesto che oggi vi presentiamo.

Ringrazio le persone qui oggi presenti, tutti i nostri ospiti, i politici, le autorità e prima di lasciare spazio alla voce del mondo delle costruzioni, a cui seguirà quella delle istituzioni e della politica, vi presento tutte le Associazioni che hanno promosso La giornata della collera: ACAI, Assimpredil Ance, Anit, Aspesi, Assogesso, Assoimmobiliare, Assolombarda, Assomalte, Casartigiani Lombardia, CNA Milano_Monza e Brianza, Confartigianato-APA, Confindustria Alto Milanese, Confindustria Monza e Brianza, Consulta Regionale Geometri e Geometri laureati della Lombardia, Consulta Regionale lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, Consulta Regionale Ordini Ingegneri della Lombardia, Federcomated, FIMAA, UNCSAAL, Unione Artigiani.

Claudio De Albertis, Presidente Assimpredil Ance


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Autore: Claudio De Albertis

TAGS: caschetti, collera, giornata

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