Territorio

Norme morfologiche e rigenerazione urbana

Ricostruire 2017 numero 6

Abbiamo già osservato su queste pagine come norme morfologiche rigide...

Norme morfologiche e rigenerazione urbana

Abbiamo già osservato su queste pagine come norme morfologiche rigide rappresentino spesso non solo un ostacolo per la pratica attuazione degli interventi, ma anche un limite allo sviluppo della progettualità e di nuove relazioni con la morfologia urbana.

La cura del paesaggio è un aspetto importante nelle trasformazioni che interessano la città costruita, ed è quindi giusto che il tema sia trattato nell’impianto normativo; è però opportuno ricordare sempre che la norma non ha un valore assoluto, ma solo relativo alla sua capacità di raggiungere gli obiettivi prefissi.

Nelle situazioni prive di una propria qualità, come sono frequentemente gli ambiti grandi e piccoli soggetti alla rigenerazione urbana, è la stessa Commissione per il Paesaggio ad auspicare - nelle linee guida - che il progetto si faccia carico di costituire un atto fondativo, espressivo di nuove relazioni e valido riferimento per le trasformazioni a venire. Ma allora, perché imporre il rispetto dell’altezza o dei caratteri tipo-morfologici degli edifici preesistenti, che non ci saranno più?

È evidente che in questi casi gli argomenti sono l’interpretazione e il rinnovamento dei valori del paesaggio, non la conservazione del fantasma di un fatto edilizio precedente. Un tema analogo sono i cortili: le norme che oggi ne definiscono la natura e regolano l’edificazione rappresentano un’apparente salvaguardia, che limita un’efficace valorizzazione, la permeabilità visiva e l’incremento del verde.

Certamente vi sono stati, in un passato recente, esagerazioni e casi negativi che vanno evitati; ma la qualità dei cortili e degli spazi interni è una caratteristica peculiare e una grande ricchezza della nostra città, presente non solo nei giardini delle aree più centrali, ma in gran parte del tessuto urbano: una proprietà intrinseca ai caratteri morfologici dell’impianto pensato dall’Ing. Beruto, che ha disegnato isolati profondi, definiti dalle cortine edilizie e sviluppati all’interno.

La città è ricca di episodi significativi, frutto della re-interpretazione intelligente di questi spazi un tempo occupati dalle attività artigianali, che oggi non sarebbero possibili con le norme vigenti.

Milano vive un momento favorevole, in controtendenza con la situazione più generale: gli obiettivi di contenimento del consumo di suolo possono rappresentare una grande occasione per una vera rigenerazione in armonia con la sua identità, purché si sappiano valorizzare le energie creative e le espressioni formali contemporanee, abbandonando posizioni passatiste che poco hanno a che fare con il “genius loci” della città. Possiamo suggerire che i criteri di revisione del PGT perseguano nei fatti queste istanze di rinnovamento?  

Carlo Rusconi, Vice Presidente Edilizia e Territorio, Assimpredil Ance

Marzo 2017


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Autore: Carlo Rusconi

TAGS: edilizia, rigenerazione urbana, territorio, urbanistica

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