I commenti

Le dichiarazioni dei partner

La giornata della collera 2013 numero 34

Le dichiarazioni delle 20 Associazioni partner de La Giornata della Collera

Le dichiarazioni dei partner

IL MONDO DELLE PROFESSIONI

CONSULTA REGIONALE LOMBARDA DEGLI ORDINI DEGLI ARCHITETTI PIANIFICATORI PAESAGGISTI E CONSERVATORI
Di fronte al segno così pesantemente negativo della crisi economica e finanziaria del comparto edile, gli Architetti lombardi sono ben consapevoli che nulla potrà né dovrà essere come prima, ma sono altrettanto certi della necessità di un forte segnale di inversione di tendenza per dare serie  prospettive, dignità lavorativa e concrete risposte alle esigenze abitative e infrastrutturali del Paese, fondate sulla ricerca di qualità.

La società contemporanea richiede la costruzione di un’edilizia sicura, energeticamente compatibile, rispettosa dell’ambiente e flessibile nel suo potenziale riuso. L’impegno della ricerca  architettonica deve essere orientato ad intervenire sulla frammentazione della città, frutto spesso di crescite incontrollate, sulla coesione sociale e sullo sviluppo sostenibile dell’attività edilizia. È necessario limitare il consumo di nuovo territorio, densificando ambiti e porosità del tessuto urbanizzato, rigenerando il patrimonio esistente con un impulso innovativo verso l’impiego di tecnologie e di materiali eco-compatibili. Un nuovo ciclo si impone all’industria delle costruzioni e gli indicatori dicono che sarà orientato al rinnovo dell’esistente, per risparmiare suolo e tutelare paesaggio e risorse. Gli Architetti hanno avviato una profonda riflessione sulla rifondazione delle strategie del nuovo mercato, promuovendo azioni, studi, ricerche e proposte legislative per un approccio innovativo nelle trasformazioni territoriali che, oggi, ha assunto l’articolata configurazione di proposta per un Piano Nazionale per la Rigenerazione Urbana Sostenibile. La necessità di politiche che garantiscano una svolta qualitativa dell’habitat è condizione per ristabilire le condizioni di competitività, efficienza e sviluppo del Paese. In questo il coinvolgimento dell’industria delle costruzioni resta cruciale e strategico. Siamo fortemente convinti, che l’ambito regionale debba rappresentare un laboratorio indispensabile per la messa a punto di ipotesi e modelli strategici di riqualificazione del mercato edilizio, con positive ricadute sulle scelte e sugli indirizzi nazionali. Per questo motivo gli Architetti Lombardi rappresentati dalla Consulta Regionale che coordina i 12 Ordini territoriali, in rappresentanza dei 30.000 iscritti, hanno ritenuto di dover predisporre un proprio manifesto a sostegno del lavoro professionale e per la salvaguardia del territorio e della qualità delle sue trasformazioni e hanno aderito con convinzione all’iniziativa della Giornata della  Collera, contribuendo attivamente alla definizione dei contenuti della manifestazione, che ha visto tutti i protagonisti del settore dell’edilizia, strategico per ogni politica di sviluppo, solidali nel richiedere precisi impegni e concreti strumenti operativi a chi si candida al governo di una Regione che per peso e ruolo, ha ricadute di rilievo per l’economia e la cultura dell’intero Paese.


CONSULTA REGIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DELLA LOMBARDIA
La Consulta Regionale Geometri e Geometri Laureati della Lombardia raggruppa i 12 Collegi provinciali e rappresenta circa 17.000 geometri professionisti lombardi. La figura del geometra è simbioticamente integrata nel contesto economico e sociale locale conoscendone, nei vari aspetti, territorio, usi e tradizioni. Anche per questo il geometra condivide direttamente con la collettività il momento congiunturale difficile che penalizza il settore delle costruzioni. Sono diminuite le iscrizioni all’Albo ed aumentano i pensionamenti anticipati; ciò significa meno giovani che iniziano la professione e perdita di posti di lavoro per i collaboratori degli studi che chiudono. Memori del proprio ruolo storico i Geometri non intendono fermarsi alle giustificate lamentele rinunciando alla forza e alla volontà del fare con le quali hanno contribuito ad uscire da passate situazioni di difficoltà del Paese. I geometri credono nel futuro e, tra le tante proposte, focalizzano alcuni correttivi per un percorso di crescita fattibile. È necessario liberalizzare le capacità del professionista partendo da una collaborazione integrata tra Scuola e Mercato monitorando il percorso d’esperienza conseguente alla formazione professionale permanente del professionista. È indispensabile un vero snellimento amministrativo per realizzare la competitività di mercato: non è possibile aspettare svariati mesi per il rilascio di un permesso a costruire e/o di ristrutturazione. I tecnici pubblici e i professionisti devono collaborare al risultato per l’assioma pubblicistico della reciproca funzione. Pare ovvio che questo obbiettivo può solo conseguire ad un radicale cambiamento culturale e che non può prescindere da scelte coraggiose: i geometri sono pronti. Bisogna incentivare le opere di ristrutturazione e adeguamento tecnologico ed energetico del patrimonio esistente allineando l’IVA alle nuove costruzioni: è più “appetibile” un risparmio immediato che una dilazione per tanti anni e questo darebbe forza alla lotta all’evasione. Nelle compravendite “in permuta” bisogna evitare la doppia tassazione; anche l’IMU sull’invenduto non trova logica giustificazione in un contesto dove gli operatori sono già in difficoltà. Occorre agevolare e sovvenzionare la riqualificazione del patrimonio pubblico in collaborazione Enti/Imprese/Professioni impedita dai patti di stabilità dei bilanci delle Amministrazioni pubbliche.
Serve tornare a favorire l’accesso al finanziamento privato da prima per consentire l’attuazione delle operazioni immobiliari e a seguire per i compratori. I geometri lombardi sono coattori di questa manifestazione perché, unitamente alle altre Organizzazioni della filiera edile, nel partecipare all’opinione pubblica le gravi difficoltà del momento, vogliono dare il loro contributo al rilancio del mercato delle costruzioni quale volano della ripresa economica di tutto il Paese con uno sguardo alle future generazioni.


CROIL  CONSULTA REGIONALE ORDINI INGEGNERI LOMBARDIA
Si assiste quotidianamente all’impoverimento della professione e, al contempo, al grave disincanto dei professionisti nei confronti della sfera pubblica.
Sono ormai molti, infatti, coloro che vedono l’attuale momento congiunturale non tanto come il risultato di una profonda crisi economica- di un mercato saturo o privo di opportunità - bensì come un momento storico nel quale la politica sembra non riuscire a trovare soluzioni o proposte coerenti. Il quadro politico manca di una visione d’insieme stabile e consapevole e sembra proprio che non si riesca a ristabilire un giusto nesso tra il servizio pubblico, che alcune istituzioni dovrebbero salvaguardare, e l’obiettivo di costruzione di cittadinanza. Proprio la mancanza di questa dimensione trasforma il cittadino in spettatore inerme e talvolta addirittura vittima di leggi incomprensibili, circolari applicative anguste, norme lontane dalla realtà e dall’Europa. La Giornata della collera giunge in un momento particolarmente importante e decisivo per la professione, ma non ci coglie impreparati. Sono tante le questioni da noi dibattute, ma certamente le principali sono:

• mancanza di circolazione degli investimenti pure disponibili nei Comuni. L’annosa questione del Patto di Stabilità ha finito con il penalizzare investimenti e sviluppo, soprattutto locale.
• i tempi lunghissimi nei pagamenti, all’interno della pubblica amministrazione. Le commesse non vengono pagate nei tempi accettabili per la copertura delle spese e degli investimenti di apertura dei lavori pubblici. Tantissimi sono gli studi professionali che hanno dovuto chiudere perché non più in grado di provvedere ai pagamenti.
• mancanza di garanzie pubbliche per l’accesso al credito.
• mancanza di una politica strutturale per la casa che preveda una visione complessiva della politica
dell’abitare figlia legittima di una politica infrastrutturale legata alla mobilità e alla logistica.
• ricorso, sempre più frequente, al ‘massimo’ ribasso forzoso negli appalti pubblici che finisce con il deprimere la giusta professionalità a scapito della sicurezza e degli standard minimi.
• mancanza di vere politiche fiscali per la detrazione o la deducibilità degli oneri.
• mancanza di riqualificazione del costruito. Serve, con urgenza, rilanciare il comparto dell’edilizia, delle costruzioni, dei materiali, avviando un piano di riqualificazione strutturato che metta al centro gli standard per l’efficienza energetica, la prevenzione sismica, il comfort ambientale.
• mancanza di un piano reale per la valorizzare il patrimonio artistico e culturale. Più della metà delle opere artistiche sono in Italia: una risorsa immensa da monitorare, mantenere e promuovere.

Gli ingegneri lombardi lanciano l’allarme sulla tenuta dei professionisti. Non è possibile procedere a lungo con un sistema che, nei fatti, disconosce il ruolo degli ingegneri, salvo poi renderli unici responsabili di un sistema impazzito e senza regole. Questo è un Paese che investe troppo poco nella cultura della prevenzione e che non effettua pianificazioni strategiche di lungo periodo. Questo è soltanto un esempio di come la cultura dell’ingegnere manchi da troppo tempo nei tavoli dei decisori.
L’Italia deve e può tornare a crescere.
Senza sosta dichiariamo da mesi che intendiamo mettere a disposizione di chi ci governa la nostra professionalità di ingegneri, quotidianamente impegnati nelle attività economiche e tecniche, nei servizi e nelle industrie, nelle professioni liberali, nella aziende private e negli enti pubblici.
Non abbiamo mai smesso di offrire il nostro impegno professionale, improntato al sostegno di ogni progetto che possa contribuire al benessere del nostro Paese, ovvero delle famiglie, dell’economia, della società tutta. L’Italia ha bisogno di ingegneri. Noi ci siamo e ci saremo sempre, a condizione che le regole che siamo tenuti a presidiare e a osservare siano chiare, efficaci e, soprattutto, pensate per creare sviluppo.


IL MONDO DELLA FINANZA E DEI SERVIZI IMMOBILIARI

ASSOIMMOBILIARE Associazione dell’Industria Immobiliare, coordinamento Milano

Assoimmobiliare condivide nella Giornata della collera una serie di proposte per il rilancio del settore:
• l’ammodernamento dello stock esistente, diffuso, ecosostenibile e, laddove possibile, senza ulteriore consumo del suolo deve essere la via italiana per la ripresa dell’attività immobiliare - edilizia. Inoltre per una politica economica di valorizzazione occorre:
• favorire una massiccia e strutturale analisi e riorganizzazione dei patrimoni;
• incentivare la finanziarizzazione dei patrimoni, per renderli liquidi perfezionando le due macrostrutture dei Fondi Immobiliari e delle Siiq per attrarre investitori esteri; senza capitali internazionali non è infatti immaginabile alcuna azione di riqualificazione e dismissione su grande scala e senza ricorrere a veicoli standard quali i Fondi Immobiliari e i Reits/Siiq, facilmente comprensibili e generalmente conosciuti da tutti i grandi investitori internazionali, non è immaginabile alcuna attrattività del Mercato Italiano verso l’Estero;
• una chiara volontà di ammodernare, principalmente dal punto di vista energetico e funzionale, gli stock immobiliari esistenti, impiegando l’impressionante apparato produttivo italiano operante nel settore immobiliare – edile e dando così lavoro alle migliaia di piccole e medie imprese capaci di lavorare sulla ristrutturazione degli immobili;
• realizzare una radicale semplificazione e una ragionevole omogeneizzazione delle normative urbanistiche regionali;
• aggiornare i modelli di valutazione del rischio e di assorbimento di capitale e l’approccio complessivo del sistema bancario nei confronti dei progetti di recupero degli edifici.

Abi ha recentemente costituito un tavolo trilaterale con Assoimmobiliare e Ance per arrivare a questo obiettivo; • promuovere una nuova cultura immobiliare basata sul recupero, la riqualificazione e la buona gestione dell’infrastruttura innovativa del Paese e in particolare del patrimonio architettonico e paesaggistico anche quale volano per il turismo.
Si ritiene fondamentale un intervento da parte dei soggetti preposti per individuare soluzioni che consentano il differimento generalizzato e delle scadenze dei fondi e la messa in liquidazione in via eccezionale degli stessi - e in particolare per la gestione della fase di liquidazione per quelli che abbiano già usufruito della proroga e del periodo di grazia - e ciò a tutela dei risparmiatori prima ancora che dell’industria immobiliare. Ulteriore tema riguarda l’opportuno e pronto recepimento della Direttiva AIFM previsto entro luglio 2013.
Da evidenziare che l’architettura del piano nazionale per il social housing sta procedendo pur tra le diverse difficoltà di contesto.
Inoltre, Assoimmobiliare condivide che le misure in materia di locazione passiva della Pubblica Amministrazione contenute nella spending review vengano perfezionate come disposizioni aventi carattere di eccezionalità e urgenza, e come tali con efficacia temporale circoscritta. Infatti si può perseguire il contenimento dei costi anche attraverso una gestione dinamica dei patrimoni immobiliari, l’ottimizzazione degli spazi e il risparmio energetico.

 

IL MONDO DELLA PROMOZIONE IMMOBILIARE

ASPESI - ASSOCIAZIONE NAZIONALE TRA LE SOCIETÀ DI SVILUPPO IMMOBILIARE
Aspesi partecipa alla manifestazione “La Giornata della Collera” del 13 febbraio dichiarando apertamente il suo slogan “Rilanciare le operazioni immobiliari per uscire dalla crisi economica italiana” valido e condiviso per tutti i suoi appuntamenti politici. Vi sono stati un dimezzamento delle attività immobiliari (fatturato e numero delle compravendite) negli ultimi 5 anni, la riduzione del 30% degli investimenti, la discesa in 5 anni del settore allargato dal 19,5% al 17,5% dell’economia nazionale con la perdita di 2 punti di PIL, ossia il 40% della discesa totale del PIL a seguito della grande crisi. Quello che doveva essere il traino della ripresa economica nazionale - il settore immobiliare allargato - ne ha rappresentato, invece, un handicap a causa della normativa urbanistica frazionata e vincolistica e di una fiscalità depressiva esplosa ingiustificatamente, in particolare nell’ultimo anno con l’IMU. Occorre una politica economica dell’immobiliare. In particolare, Aspesi sostiene l’assoluta urgenza di una nuova politica fiscale che trasferisca l’incidenza tributaria dalla fase della produzione a quella della circolazione degli immobili, favorendo un processo produttivo che fa del nostro settore il primo in Italia per produzione, occupazione e contribuzione fiscale alle casse pubbliche. Puntare sull’immobiliare come strumento diffuso per la ripresa (tutte le altre strade non sono diffuse, ma accentrate) è uno degli obbiettivi che ci sentiamo di proporre per il rilancio di tutto il settore.


IL MONDO DEI CANTIERI

ASSIMPREDIL ANCE
Le imprese di costruzione sono allo stremo delle forze: hanno resistito per anni ma oggi hanno esaurito tutte le loro le risorse e non vedono all’orizzonte nessuna possibilità di invertire un ciclo economico così negativo. La disperazione degli imprenditori che vedono morire le loro aziende si accompagna a quella dei lavoratori ( vera ricchezza delle imprese ) che perdono il loro lavoro, il loro futuro.
600 lavoratori allontanati da una azienda fanno notizia per mesi sui media, mente 360.000 addetti delle costruzioni senza lavoro non fanno notizia perché frammentati in decine di migliaia di imprese e perché fino ad oggi noi non eravamo scesi mai in piazza.
Costruire è il nostro mestiere, lo hanno fatto i nostri nonni e i nostri padri consentendo all’Italia di divenire il 7 ° paese industriale al mondo in meno di 20 anni dopo la guerra. Sembra che alla classe politica non interessi più cambiare il volto di città e territori rendendoli moderni, vivibili, belli e attrattivi.
Il territorio, i beni storici monumentali e ambientali sono i gioielli di famiglia da valorizzare ma nel contempo occorre consentire alle persone di muoversi liberamente nelle città e nel Paese, alle merci di raggiungere ogni luogo, ai rifiuti di essere smaltiti, agli stranieri di raggiungere l’Italia con facilità e con ogni mezzo.
Siamo costruttori, siamo capaci di fare e di metterci in gioco. La scommessa di un futuro migliore per il paese passa, ne siamo consapevoli, anche attraverso una impresa moderna, diversa e migliore, anche a costo di una dura selezione. Vogliamo fuori dal mercato chi fa l’imprenditore edile senza requisiti professionali, senza capacità patrimoniale adeguata, senza reputazione e rispetto delle regole e dei propri lavoratori. Ma non possiamo accettare che questo avvenga senza avere la certezza che lo Stato, le istituzioni coinvolte, svolgano il proprio ruolo di sorveglianza e di controllo. Non serve uno Stato giustizialista ma uno Stato che sia in grado di far rispettare con equità le proprie leggi senza pregiudizi, che sia in grado di intervenire con efficacia, recuperando l’efficienza della sua struttura burocratica amministrativa. Noi stiamo lavorando per innovare il nostro prodotto, per aumentarne le prestazioni e ridurrnei costi, affinché diventi un vero prodotto industriale. Stiamo investendo nella trasformazione dei nostri processi produttivi. Puntiamo ad offrire al mercato un prodotto qualitativamente diverso, migliore nelle prestazioni, con una data di fabbricazione e una data di scadenza, per questo vogliamo essere più trasparenti dando certezze al consumatore finale anche sui costi di esercizio e di manutenzione offrendo garanzie reali, con la certezza in caso di inadempimento di essere messi ai margini del mercato. Questi sono i presupposti del patto che il mondo dell’edilizia che rappresento propone alla politica e al Paese.

Ci aspettiamo risposte concrete per fronteggiare l’emergenza:
_un cambio di rotta nelle politiche fiscali che possano divenire strumenti premiali di crescita;
_il rispetto degli accordi contrattuali e il pagamento del dovuto;
_azioni di riattivazione della leva del credito per le imprese e le famiglie;
un vero alleggerimento del peso della burocrazia;
_l’intensificazione della vigilanza e del controllo per stanare e combattere chi opera fuori dalle regole;
_il sostegno alla domanda per far ripartire gli investimenti nel settore.
Ci aspettiamo che sia data priorità in termini di strategie pubbliche ai nodi del territorio, alle nostre aree metropolitane, perché senza città attrattive l’economia del Paese non riparte e l’edilizia non può contribuire al progetto di sviluppo italiano.


ACAI - Associazione cristiana artigiani italiani Il settore sta attraversando una profonda e prolungata crisi economica.
L’associazione intende in particolare richiamare l’attenzione del mondo istituzionale e politico su alcuni temi che più interessano le aziende del comparto artigiano. Primo fra tutti il problema del ritardo dei pagamenti che, privando le aziende della liquidità necessaria, inibisce la possibilità di mantenere attivo il ciclo produttivo attraverso l’attivazione di nuovi cantieri. Inoltre le aziende del settore, pur riconoscendo come fondamentale il rispetto di tutte le norme tese a ridurre i rischi di infortuni sul lavoro, ritengono necessario evitare formalismi inutili che non incidono sulla sicurezza, ma sono destinati a moltiplicare adempimenti burocratici che gravano sull’attività aziendale d’impresa.
Si chiede pertanto una sostanziale semplificazione delle norme soprattutto per le imprese minori. Anche sul fronte del lavoro irregolare le aziende denunciano la concorrenza sleale dovuta al fenomeno dell’abusivismo che, lungi dall’essere intaccato dalle norme introdotte di recente, tende a radicarsi sempre di più nel mercato privato. Gli studi di settore hanno rappresentato, soprattutto per le piccole e piccolissime imprese, un passo avanti per correggere i meccanismi presuntivi di reddito utilizzati in passato dall’Amministrazione Finanziaria. Occorre però maggiore tempestività nella definizione dei parametri d’esercizio e soprattutto non può venir meno il confronto con le associazioni di categoria. Alleggerire la pressione fiscale sulle aziende significa consentire nuovi investimenti e nuova occupazione.


CASARTIGIANI LOMBARDIA
Casartigiani, nel denunciare la profonda crisi che sta attraversando il settore delle costruzioni, chiede un’ attenzione del mondo politico ed istituzionale al comparto artigiano che, proprio per la debolezza strutturale delle dimensioni imprenditoriali, non è in grado di sopportare il peso della crisi.
Il tessuto imprenditoriale lombardo, come si sa, è costituito per la maggior parte di imprese piccole e medie. Perché questo tessuto possa svilupparsi e rappresentare il punto di forza per la crescita economica va sostenuto e rafforzato, favorendo ogni possibile impegno evolutivo anche in termini di rafforzamento strutturale attraverso un più facile accesso al credito.
Non basta infatti favorire l’ingresso di nuovi soggetti, occorre intervenire prevedendo una politica fiscale certa che favorisca gli investimenti e produca nuova occupazione produca nuova occupazione


CNA  - Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa_Associazione Provinciale di Milano, Monza e Brianza
CNA Milano Monza Brianza aderisce alla Giornata della Collera per riportare il tema dell’edilizia e delle costruzioni al centro del dibattito del paese. Tra il 2008 e il 2012 abbiamo perso 157.000 imprese artigiane, 893.000 addetti e 124 milioni di ore lavorate. Nella sola Milano il valore aggiunto di costruzioni, impiantistica e serramentisti supera i 2 miliardi di euro. Rappresentiamo quindi un settore che per dimensioni e capacità di rilancio dell’intera economia nazionale non è secondo a nessuno. Meritiamo attenzione. La confederazione sente il bisogno di un confronto urgente, l’edilizia è un settore in cui le imprese artigiane sono l’85% del totale e occupano il 67% della manodopera. Il nostro centro studi ci conferma che la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente e l’innovazione tecnologica saranno i motori del prossimo ciclo edilizio. La riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato con criteri orientati all’efficienza energetica e alla salvaguardia ambientale gestita con un piano delle piccole opere e dei finanziamenti per lavori immediatamente cantierabili potrebbe accelerare l’avvio di questo nuovo ciclo ma è necessario rivedere le modalità di collaborazione tra diversi interessi, in particolare tra chi ha la responsabilità di amministrare la cosa pubblica e chi rappresenta lavoro e imprese. Le nostre imprese stanno già lavorando per la costituzione di un cluster urbano dell’edilizia attorno al quale riprogettare il cambiamento del nostro settore
 
CONFARTIGIANATO Imprese APA Milano, Monza e Brianza
E’ giusto dare voce alle imprese e al lavoro reale. APA Confartigianato Imprese è protagonista della mobilitazione dell’edilizia per fermare la crisi del comparto partecipando alla manifestazione La Giornata della collera.
La crisi economico - finanziaria che ha investito il nostro Paese sta trascinando il settore delle costruzioni nella recessione più grave dal dopoguerra a oggi: soffrono tutti i comparti, dalla produzione di nuove abitazioni (-54,2%), alle opere pubbliche (-42,9%), all’edilizia non residenziale privata (-31,6%).
Solo il comparto della riqualificazione degli immobili residenziali mostra una tenuta dei livelli produttivi (+12,6%).
Con La Giornata della collera vogliamo richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze politiche perché si faccia una scelta precisa a favore del settore delle costruzioni e di tutto il “sistema casa”.
Le nostre richieste d’impegno
alle Istituzioni e alla politica sono:
favorire migliori condizioni economiche per famiglie e giovani coppie, incentivare l’accesso al credito, dare finalmente attuazione alla normativa della Small Business Act e rispettare i termini di pagamento da parte della P.A.


UNIONE ARTIGIANI della Provincia di Milano e della Provincia di Monza e Brianza
L’Unione artigiani di Milano, Monza e Brianza è stata fra le promotrici di questa manifestazione perché un artigiano su 4 lavora nella filiera edile e in quattro anni (dal 2008 al 2012) in questo settore, fra Milano Monza e Brianza si sono persi quasi 14 mila posti di lavoro, ossia il 30% del totale. Quasi 2.300 imprese (il 28% del totale) hanno chiuso i battenti nel territorio di Milano, Monza e Brianza: significa che quasi 20.000 famiglie si sono trovate in difficoltà. Due sono gli aspetti del Manifesto che secondo l’Unione vanno sottolineati: quello del credito e quello della qualità. Sul credito, l’associazione ha verificato che lo scarso controllo sulle banche e l’elasticità delle norme hanno fatto sì che gli artigiani, che hanno ovviamente meno potere contrattuale, siano stati “spremuti” fino in fondo, non sempre lecitamente. Tassi di interesse chiaramente usurai, mascherati in conti quasi impossibili da decifrare hanno messo in ginocchio la categoria, oltre alla difficoltà più generale dell’accesso al credito. Senza contare che il ritardo nei pagamenti della Pubblica amministrazione ricade inevitabilmente anche sugli artigiani, spesso l’ultimo anello della catena. Quanto alla qualità, chi più degli artigiani può invocare che venga riconosciuta la qualità nel prodotto edilizio? Troppo spesso è stato solo il prezzo a fare la differenza, con la conseguenza di avere lavori mal fatti. Da sempre gli artigiani parlano della necessità di realizzare “prodotti a regola d’arte”, anche nell’edilizia, e di sostenere quindi l’innovazione di prodotto e di processo, senza contare che pressione fiscale e burocrazia soffocano gli artigiani come tutti gli imprenditori di questa filiera.


IL MONDO DELLA PRODUZIONE

ANIT - Associazione Nazionale per l’isolamento Termico ed Acustico
ANIT sostiene la giornata della collera perché ritiene fondamentale una reazione decisa e fattiva alla situazione di crisi in cui si trova il nostro settore. In questo senso ANIT propone alcuni punti che ritiene irrinunciabili nell’ottica di favorire una pronta ripresa:
La qualità
La qualità dell’edilizia deriva dalla qualificazione di chi vi opera: produttori, artigiani, imprese di costruzione, progettisti. Senza qualità non si crea ricchezza e non si mantengono risorse in un comparto fondamentale come quello delle costruzioni. E’ ora di rendere obbligatoria la qualità nel nostro settore, a partire dalla preparazione professionale degli operatori e al controllo della qualità del costruito: questo nel breve periodo comporterà un aumento dei costi di costruzione, ma nel medio porterà nuovo impulso e nuove risorse, umane e finanziarie.
La riqualificazione energetica
La massima parte del patrimonio edilizio nazionale è costituita da edifici vecchi ed energeticamente inefficienti. L’efficientamento di questo immenso parco edilizio potrebbe essere, oltre che un’occasione per rilanciare il settore, anche una grandissima opportunità di risparmio per gli utenti finali e di aiuto alla tutela ambientale. Troppo spesso però le valutazioni tecnico economiche degli interventi non tengono conto di tutti gli aspetti di risparmio conseguibile e soprattutto vengono eseguiti studi su interventi estremi non sempre necessari. In questo senso, la diagnosi energetica assume un’importanza fondamentale e non può essere facoltativa, deve diventare un punto fermo e la base per la corretta progettazione di un intervento di miglioramento energetico. La permanenza di incentivi per la riqualificazione, nella forma attuale o in una forma alternativa, sarà indispensabile per fare ripartire il mercato.
La costruzione di nuovi edifici efficienti E’ indispensabile che diventi un vincolo legislativo la costruzione di edifici sempre più efficienti, sarà poi il mercato stesso a vendere meglio e di più gli edifici di migliore qualità facendo tendere alla realizzazione di edifici ad energia quasi zero o di classe acustica migliore.
Sarà fondamentale il messaggio che le imprese di qualità porteranno avanti: dovranno spiegare che le costruzioni di nuova generazione forniscono migliore confort, migliore gestione, risparmio energetico effettivo ma soprattutto risparmio economico subito visibile in bolletta.
L’importanza di non svilire il mercato Riteniamo sia necessario non solo il controllo della qualità ma anche dei costi proposti imponendo, se possibile, un minimo sotto cui non può essere garantita la qualità dell’opera. Una comunicazione forte in questo senso che spieghi a gran voce i rischi di un lavoro sottopagato o dell’utilizzo di materiali non conformi e di scarsa qualità, potrebbe diventare la base per uno standard minimo da cui nessuno può prescindere perché richiesto dal mercato stesso.


ASSO GESSO
Le aziende aderenti ad Assogesso sostengono il valore etico dell’impresa, il suo ruolo economico e sociale, relativamente all’impiego di migliaia di persone (tra diretto e indotto) e agli aspetti di sostenibilità ambientale. Il blocco dell’edilizia residenziale e lo scarso ricorso agli incentivi alla ristrutturazione influenza la qualità dell’ambiente, a causa di un parco abitativo datato e non adeguato alle moderne necessità di efficienza termica e acustica: circa l’80% degli edifici ,infatti, è stato costruito prima del 1980 e risulta caratterizzato da un comfort abitativo medio o basso. La filiera dei sistemi costruttivi a secco si distingue per un ampio indotto, coinvolgendo in modo particolare il mondo della progettazione, costituito da professionisti qualificati, il mondo delle imprese di costruzione, sempre più rivolto a prodotti e sistemi innovativi e performanti, nonché la capillare rete di applicatori e piccole imprese autonome, altamente specializzate nella posa dei sistemi e nell’elaborazione di soluzioni costruttive affini alle richieste della committenza.

 

ASSOLOMBARDA
Assolombarda ha deciso di partecipare a questa manifestazione così importante e significativa perché condivide la drammatica necessità di risposte dal mondo della politica alle urgenze delle imprese.Il settore edilizio soffre, ma soffrono tutti i comparti produttivi del Paese e non c’è più tempo da perdere: come primo segnale la Pubblica Amministrazione avvii i pagamenti alle imprese in tempi rapidi e puntuali.Le infrastrutture di cui il nostro sistema di imprese ha bisogno sono infrastrutture immateriali: la certezza delle regole è alla base di un’economia sana. Il nostro tessuto imprenditoriale ha quindi bisogno di regole chiare, trasparenti e soprattutto certe. All’imprenditore interessa avere un metodo di confronto con le Istituzioni attraverso un linguaggio comune e semplificato: giornate come questa vogliono essere soprattutto un richiamo forte alla necessità di dialogo.


ASSOMALTE
Le storiche aziende di Assomalte legate alle tradizioni edilizie del nostro Paese da sempre credono nella ricerca per migliorare la qualità dei propri prodotti e per evolvere le modalità costruttive. Proprio nel periodo di crisi che ha colpito il settore, sono aumentati gli investimenti volti ad incrementare la qualità dei prodotti e dei processi produttivi, a qualificare gli operatori attraverso attività di informazione e formazione, per sensibilizzarli riguardo le tematiche di efficienza energetica e qualità degli interventi. Dopo 5 anni di grande crisi per l’edilizia, settore trainante della nostra economia, le aziende di Assomalte desiderano richiamare l’attenzione delle istituzioni in genere, perché solo con un intervento deciso a supporto di questo mercato sarà possibile continuare ad innovare ed investire. Abbiamo bisogno di segnali forti per dare un futuro a tutti gli operatori che da troppo tempo sono in balia degli eventi ed ogni giorno vedono svanire le opportunità di lavoro.


CONFINDUSTRIA ALTO MILANESE
Sono numerose le cause che hanno portato alla crisi il settore dell’edilizia. Ciò che pesamaggiormente è l’incertezza sul futuro per le difficili prospettive del mercato del lavoro e per la flessione del reddito disponibile che scoraggia e rinvia le decisioni di investimento delle famiglie.La stretta creditizia delle banche su privati e aziende ha aggravato ulteriormente una situazione già complessa rendendo quasi ‘impossibile’ l’accensione di un mutuo per l’acquisto della casa o dell’immobile industriale.E anche quando il finanziamento viene concesso, le condizioni proposte sono estremamente onerose.Si è poi aggiunta l’IMU che ha inasprito ancor di più il carico fiscale, frenando un mercato immobiliare già debole.Siamo ormai arrivati ad una situazione in cui non ci è più permesso stare ad aspettare inermi. Con nessuna prospettiva per il futuro e nessuna indicazione sui tempi che saranno necessari per far ripartire i cantieri, abbiamo bisogno di soluzioni certe ed immediate.
E questo è quanto oggi uniti chiediamo, ovvero un serio impegno affinché le Istituzioni si adoperino a trasformare ogni punto del nostro “Manifesto” in azioni legislative concrete


CONFINDUSTRIA MONZA E BRIANZA
Il settore edilizio sta attraversando una crisi profonda, nel 2012 solo nell’area brianzola e milanese sono stati persi 10.000 posti di lavoro, il crollo dell’attività nei cantieri e il forte rallentamento del mercato immobiliare sta facendo sentire i suoi effetti anche sulla lunga filiera industriale collegata.
Tutto ciò avviene nella sostanziale disattenzione della politica e dei mezzi di comunicazione, più attratti dal singolo caso eclatante che da una crisi di vasta scala ma che riguarda soprattutto imprese piccole e medie, che “non fanno notizia”.
Per lanciare un indispensabile segnale di allarme, le imprese, gli operatori e i professionisti delle costruzioni hanno organizzato “La giornata della collera”, una manifestazione di forte impatto che si pone l’obiettivo di accendere i riflettori sulla crisi dell’edilizia.
E’ stato chiesto il nostro sostegno alla manifestazione, che abbiamo assicurato nella convinzione che far ripartire l’edilizia possa dare uno slancio significativo anche ad altri importanti settori industriali e far tornare a crescere.


UNCSAAL
Da UNCSAAL piena adesione alla Giornata della Collera e un appello al futuro governo: non rinnovare le detrazioni del 55% significherebbe annullare qualsiasi ipotesi di ripresa per il comparto industriale italiano dei serramenti. UNCSAAL aderisce completamente a tutte le sei istanze contenute nel Manifesto, sottolineando come il settore delle costruzioni in generale, e quello dei serramenti in particolare, stiano pagando un prezzo altissimo per la crisi: aziende chiuse, fatturati contratti per milioni di euro, dipendenti lasciati a casa evidenziano come la ripresa del settore delle costruzioni debba essere una condizione pregiudiziale per tutti coloro che si candidano alla guida del Paese. Come si può credere ad una ripresa del mercato nel secondo semestre 2013 se una componente fondamentale che ha sostenuto il mercato in questi anni di recessione, quale la detrazione del 55%, andrà a cessare proprio il 30 giugno di quest’anno? Il 55%, introdotto nel 2007 - in una situazione di relativa crescita del mercato - ha infatti contribuito a sostenere la domanda e ha stimolato processi di innovazione tecnologica e commerciale tra le aziende produttrici di serramenti. Con la crisi iniziata alla fine del 2009, il 55% è diventato una componente strutturale della domanda, mitigando gli effetti della recessione in atto nel settore delle costruzioni e sostenendo gli investimenti effettuati dalle aziende produttrici di serramenti. Gli incentivi fiscali rappresentano ora una delle principali determinanti della domanda di serramenti su cui incidono per una percentuale variabile tra il 40% e il 50% e se non saranno confermati si verificherebbe una perdita di domanda di serramenti per almeno 2 miliardi di euro che potrebbero diventare 3 in ipotesi di permanenza della recessione per tutto il 2013. I costruttori di serramenti italiani si troverebbero nell’impossibilità di far fronte agli impegni finanziari presi per sostenere gli investimenti, con conseguente situazione di crisi e dissesto che potrebbe interessare fino al 25% delle aziende oggi sopravvissute nel settore.
Il 2012 rappresenta un anno drammatico per tutte le imprese lombarde, e il 2013 sta minacciando la sopravvivenza anche di parecchie aziende sane alle prese con una imponente riduzione delle commesse e con una insostenibile sofferenza nei pagamenti. Se il nuovo Governo non metterà in campo tutti gli strumenti necessari ad una ripresa effettiva del mercato, il rischio è che un intero sistema di piccole e medie Aziende italiane scompaia a favore di operatori stranieri.
Dalla Giornata della Collera, UNCSAAL è certa che nascerà un fronte unitario e propositivo che richiami la politica alle proprie responsabilità e incalzi il nuovo Governo verso scelte di politica industriale in grado di restituire competitività ad uno dei settori chiave del sistema-Paese. scere il nostro Paese.

 

IL MONDO DELLA DISTRIBUZIONE DEI MATERIALI EDILI

FEDERCOMATED - Federazione Nazionale Commercianti Materiali da Costruzione Edili
Federcomated in rappresentanza di 8000 imprese della distribuzione edile con 60.000 dipendenti e 20 miliardi di fatturato, sostiene la manifestazione di protesta, per evitare che il sistema delle costruzioni venga penalizzato dalle inerzie della politica e dal peso insostenibile della burocrazia.
Non a caso gli ultimi governi hanno assistito ad un’inesorabile stagnazione generata da restrizioni creditizie, fatture impagate, crescita dell’imposizione fiscale sulla casa, blocco dei mutui alle imprese e alle famiglie, che hanno paralizzato un settore economico unanimemente riconosciuto come il principale motore dell’economia.
Federcomated, unitamente alle associazioni consorelle del comparto, esprime perciò un forte richiamo alla responsabilità delle forze politiche, affinché inseriscano nei loro programmi di intervento, nei primi cento giorni della legislatura misure adeguate per il rilancio del settore.
Un appello a tutte le forze sociali perché prendano coscienza della prepotente urgenza della gravità della crisi e condividano l’inserimento fra le priorità dell’agenda della prossima legislatura.

 

IL MONDO DELLA VENDITA E DELLE AGENZIE IMMOBILIARI

F.I.M.A.A. Milano, Monza e Brianza
Negli ultimi due anni migliaia di imprese dell’intermediazione immobiliare hanno chiuso l’attività, i tempi di vendita si sono allungati prima a sei mesi e poi ad oltre un anno di media, il mercato degli immobili ha registrato un drastico calo delle transazioni sia in città che in provincia, l’incontro tra la domanda e l’offerta non è agevolato per via dell’impossibilità di accesso al credito, la burocrazia è in continuo peggioramento, la fiscalità è ogni giorno un’incognita che frena gli investitori e spaventa i risparmiatori, non esistono incentivi che facilitino il mercato delle locazioni a soggetti più disagiati, non ci sono aiuti adeguati per i nuovi nuclei famigliari e per i giovani che vogliono comperare casa. Le banche devono ridare respiro alle imprese e devono rivitalizzare il credito alle famiglie, al consumo. Il mercato immobiliare italiano ha bisogno di fiducia soprattutto perché è fatto ancora in prevalenza dalle famiglie. E per gli investitori, siano essi italiani o stranieri, servono regole fiscali più chiare, sburocratizzazione, incentivi soprattutto per far ripartire il mercato anche nel settore terziario e turistico. Una città come Milano deve far tornare a vivere il proprio centro in termini di mercato residenziale e di attività commerciali; deve riqualificare le proprie periferie potenziando i servizi e garantendo la sicurezza; deve migliorare la qualità della vita in genere: tutto questo non può avvenire se il mercato immobiliare non riparte. Un danno, quindi, non solo economico, ma anche sociale.

 

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Autore: I Partner de La Giornata della Collera

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