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Il ruolo del BIM per il rilancio delle opere pubbliche

Nuovi processi 2016 numero 43

Per introdurre il ruolo del BIM nel settore delle OO.PP. è utile non partire da un quadro...

Il ruolo del BIM per il rilancio delle opere pubbliche

Per introdurre il ruolo del BIM nel settore delle OO.PP. è utile non partire da un quadro nazionale, ma dal bisogno strategico di coordinare le nostre attività nel merito nel quadro di un’agenda digitale che ha come obiettivo l’Europa 2020, ovvero un quadro operativamente internazionale e non nazionale.

I nostri colleghi inglesi ci dicono che i loro professionisti nei prossimi 5 anni prevedono un incremento di fatturato delle loro attività legato all’introduzione dell’Information Tecnology nella progettazione e realizzazione delle opere di circa un miliardo di euro. Da qui nasce una forte necessità da parte del nostro sistema paese non dico di uniformarsi ma senz’altro di individuare come priorità strategica l’introduzione dell’industrializzazione nel mondo delle costruzioni. Il processo di introduzione dell’IT nella nostra filiera segue di pari passo quello che è già in corso in altre situazioni manifatturiere come la meccanica, l’aeronautica ecc. ecc. ed in quanto tale questo processo di innovazione va assunto come un normalissimo progresso che si estenderà anche al nostro settore. Questa è la prima cosa da fare capire a tutti gli addetti. Stiamo parlando di una necessità, al di la del Decreto Delega che ha al suo interno elementi collegati all’innovazione: quello che dobbiamo valutare infatti è l’ introduzione di una norma che consenta come dice la legislazione europea al comma 4 dell’art. 22 l’utilizzo di questi sistemi. Attualmente la norma così come è scritta pone la committenza di fronte ad alcune anomalie: alcune premialità potrebbero essere considerate abnormi e ci potrebberero essere contenziosi legati a premialità eccessive mentre andrebbero studiate quelle di tipo residuale; nascono all’interno dei contratti questioni legate ai nuovi soggetti che devono essere ricalibrati anche in termini economici in funzione dei loro compiti. La questione non è lieve. Il comune di Milano si sta esponendo su questo fronte. Abbiamo in Italia allo studio bandi che prendono spunti dai bandi di Milano e che stanno cercando di mettere a frutto questi sforzi. Il nostro studio legale ha evidenziato non poche problematiche su cui stiamo lavorando.

Nel frattempo ci sono in atto sperimentazioni importanti: una sperimentazione in BIM sul carcere di Bollate, positiva, con varianti pari a zero, tempi in linea, S.A.L. ed ex built con il sistema delle WBS. Questo risultato è stato raggiunto con dei professionisti che ci hanno supportato così come per la caserma Montebello o altri appalti come il carcere di Opera, di San Vittore o altre situazioni come un cinema a Bologna in una situazione storica molto interessante. Ho fatto capire al mio Ministro che tutti questi fermenti presuppongono un qualcosa di scritto sulla legge degli appalti altrimenti la situazione diventa rischiosa per le nostre imprese. Secondo me le nostre imprese nell’applicazione dell’IT trovano vantaggio: so che esistono dei ragionevoli margini di guadagno nell’utilizzo di queste tecnologie per via della razionalizzazione delle forniture. I vantaggi sono dell’ordine del 5%, 7 %.

Quello che il governo potrebbe scrivere per questa situazione potrebbe fondarsi semplicemente su 2, 3 punti: il primo è la totale volontarietà dell’approccio per un certo periodo, reso coerente con l’agenda digitale a livello europeo.

Certamente a livello nazionale la Lombardia e l’Emilia Romagna ed il comune di Bologna così come il comune di Parma sono interessati a collaborazioni perché intravedono qualcosa che possa diventare una leva di sviluppo per questo paese, che non è trascurabile.

Il secondo punto è lo studio di un meccanismo di soglie oltre le quali queste cose debbano essere considerate obbligatorie o per esempio permettano l’utilizzo di fondi comunitari in certe situazioni che chiaramente non saranno oggetto di legge ma possono diventare disposizioni del ministro a valle di una legge.

Questo è un mondo in evoluzione che dobbiamo governare però con calma, nonostante il desiderio di fughe in avanti che sono assolutamente da evitare. Molti sono desiderosi di imporre la propria professionalità con un rapido aggiornamento ma questa cosa va condotta con grande cautela perché il processo di aggiornamento è una cosa molto legata all’età delle persone.

Molte imprese hanno dipendenti di un’età anche avanzata e l’innovazione va condotta come una forma di incentivazione che valorizzi tutte le competenze derivate sia dall’esperienza che dalla coerenza con il sistema di innovazione.

Pietro Baratono, Provveditore per le OO.PP. per la Lombardia e l’Emilia Romagna


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Autore: Pietro Baratono

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