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Ci manca il coraggio?

Piena crisi? 2013 numero 37

Questo numero di Dedalo porta con sé due grandi novità, una di contenuto ed una di forma. E’ il primo numero di una trilogia...

Ci manca il coraggio?

Questo numero di Dedalo porta con sé due grandi novità, una di contenuto ed una di forma. E’ il primo numero di una trilogia fondamentale, che affronta l’evolversi di una situazione di crisi macro economica ed in maniera specifica del settore delle costruzioni che racconteremo fino al terzo numero con le previsioni per il futuro.

Ma questo è anche il primo numero completamente digitale, che si trasforma  interamente per il web. Il digitale si spiega da sé: non una rinuncia alla comoda carta ma un’adesione al pragmatismo dei nuovi formati, alla velocità di trasmissione dati che offre, alla loro permeabilità nei sistemi complessi della comunicazione.

Le cifre di diffusione dei tablet parlano chiaro ed impongono una modalità di lettura più immediata e concisa, uno scambio più rapido, ma non meno attento ai contenuti. Nel modello proposto ogni articolo può essere condiviso sui canali social di ciascuno, commentato, inviato, linkato.

La scelta di affrontare un tema per trilogia indica invece una direzione verso l’ottimismo. Impossibile affrontare il tema della crisi senza offrire immediatamente dopo gli indirizzi per un possibile rialzo e le previsioni di un futuro che si spera più roseo.  Serve, in questo momento, l’ipotesi del rilancio, la certezza di nuove visioni, nuovi progetti, la speranza e le previsioni.

In queste prime pagine leggiamo i numeri dell’imprenditoricidio, una vera mattanza operata da tutte le patologie che elenchiamo, dal fisco poco equo alla burocrazia paralizzante per parlare di quelle esogene, fino a quelle endogene relative alle imprese stesse, ai nostri uffici, un’inerzia sistemica nei confronti del rinnovamento.

I dati dicono che la crisi fa male ma non sembra spazzare via le imprese che dovrebbero dissolversi il che non aiuta. La selezione non è sana anzi,  piuttosto le imprese si infettano. Nel 2012 il 39% ha bilanci in perdita e solo chi va all’estero cresce; in un recente studio su 50 imprese maggiori in Italia si è registrato come queste crescano del 46% all’estero e 1% in Italia. In generale poi le imprese grandi crescono , quelle con meno 25 milioni di fatturato lo perdono per il 70%.

Solo questi dati basterebbero ad indurci ad operare per un cambiamento degli assetti, dei mercati, delle alleanze tra soggetti simili.

Il sistema complesso in cui viviamo, soprattutto nel nostro paese, annette al contrario sistematicamente il peso di lobby che impediscono ogni cambiamento per lasciare tutto come è, attente a non intaccare il potere del singolo centro di interesse. Ma per il nostro settore non è più questo il momento, con certezza possiamo affermare che deve cessare il misoneismo che pervade il nostro mondo perché l’unica verità certa è che in un’epoca come quella che viviamo ci si difende, con maggiori speranze di successo, rinnovandosi.

E di fronte al coraggio del rinnovamento potremmo raccogliere anche il consenso di altri alleati.

Cecilia Bolognesi, Direttore Dedalo


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Autore: Cecilia Bolognesi

TAGS: Burocrazia, Crisi, Economia, Sistema fiscale, Tasse

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