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Superare il Codice degli Appalti

 

Va riscritto tutto il complesso normativo

Superare il Codice degli Appalti

 

Il crollo del ponte Morandi ha messo in evidenza, purtroppo nel modo più drammatico, il tema delle opere pubbliche nel nostro Paese. Un tema importante, sottovalutato e spesso impantanato nella diatriba acritica fra chi sostiene che le infrastrutture servono a priori e chi le vede come spreco di soldi pubblici, regali generosi al “partito del cemento”. Quanto accaduto costringe tutti a mettere in secondo piano le polemiche e a interrogarsi su quali siano i nodi da sciogliere: eventi come la tragedia di Genova non devono più ripetersi.

Primo nodo: gli investimenti. Non sono un economista e non voglio entrare nella discussione di questi giorni su quanto possa valere oggi in Italia il moltiplicatore degli investimenti pubblici. Resta il fatto che sono necessari più fondi in infrastrutture perché il nostro Paese ne è carente. E non penso solo al bisogno di opere capaci di accelerare la crescita dell’Italia che arranca, ma soprattutto all’attuazione indifferibile del piano di messa in sicurezza del territorio e del patrimonio esistente, spesso invocato e mai partito.

Secondo nodo: tempi certi. Vanno rimosse le pastoie burocratiche che rallentano gli stanziamenti, la spesa e la realizzazione delle opere. Attuare processi decisionali veloci: razionalizzare le procedure autorizzative ed eliminare l’inefficienza della macchina pubblica paralizzata dal timore di essere chiamata a rispondere di qualsiasi provvedimento preso.

Correlato a questo aspetto è poi il terzo nodo: la semplificazione normativa. In altre parole, superamento del Codice degli appalti, un provvedimento che non ha centrato l’obiettivo di ridurre il peso delle regole, ma che ha creato, al contrario, un coacervo di norme, con rinvii a decreti del Mit, alle linee guida Anac che stanno di fatto ingessando le pubbliche amministrazioni e rendendo impossibile l’operare quotidiano delle nostre imprese. Non è questa la sede per entrare nel dettaglio delle cose che non vanno, sono troppe! Mi limito a ricordare che ANCI e ANCE, committenza e imprenditori, con un documento congiunto hanno richiesto al nuovo Esecutivo alcune modifiche di assoluta urgenza. Si tratta di un indifferibile intervento chirurgico per evitare la paralisi del sistema, nella consapevolezza, tuttavia, che l’impianto normativo complessivo deve essere comunque ampiamente revisionato se non addirittura riscritto. Occorre però che il nuovo Governo adotti decisioni rapide se non vogliamo che tutto rimanga fermo o rallenti oppure che, per l’ennesima volta, si ricorra a procedure emergenziali e derogatorie.   

 

Giorgio Mainini, Vice Presidente Opere Pubbliche, Assimpredil Ance

Settembre 2018


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Autore: Giorgio Mainini

TAGS: appalti, codice degli appalti, costruzioni, infrastrutture, Mainini, Ponte Genova, Ponte Morandi

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