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Lo stratega del domani

La nostra storia 2017 numero 5

Una delle maggiori eredità che Claudio De Albertis ci ha lasciato è...

Lo stratega del domani

Una delle maggiori eredità che Claudio De Albertis ci ha lasciato è la sua incredibile vitalità. La sua ostinata voglia di guardare sempre avanti e di proiettarsi nel futuro, attraverso idee, riflessioni e analisi così lungimiranti da sembrare talvolta visionarie. Un modo di affrontare la vita, la professione e l’impegno associativo di cui dobbiamo fare tesoro e che è grande fonte di ispirazione per il mio mandato di Presidente dell’Ance, consapevole che per poter migliorare le cose bisogna saper fare scelte coraggiose e innovative. Proprio quelle che Claudio ci ha invitato più volte a compiere, così da  superare l’immobilismo e la paura del cambiamento che troppo spesso hanno spinto il nostro settore a ripiegarsi su sé stesso e a subire passivamente il proprio destino.

Quel richiamo è vivo più che mai. Ancora oggi le costruzioni faticano a risollevarsi da una crisi che non solo ha portato alla chiusura migliaia di imprese, ma che ha anche rivoluzionato per sempre il nostro modo di lavorare. Ed è bene che tutti se ne rendano conto rapidamente.

I dati che emergono dal nostro ultimo Osservatorio congiunturale parlano chiaro: se nel 2007 la nuova edilizia era in grado di attrarre da sola circa il 28% degli investimenti dell’intero settore delle costruzioni, nel 2016 a guidare il comparto è stata la riqualificazione con il 37% dell’intero mercato. Siamo a un punto cruciale: è cambiato il mercato e devono cambiare le imprese. Una consapevolezza che deve spingerci a definire in modo chiaro le politiche e gli strumenti necessari per far ripartire quel grande piano di ammodernamento delle città che Claudio, tra i primi, ha individuato essere la vera scommessa sulla quale puntare per tornare a dare forza al nostro settore e nello stesso tempo per rendere competitivi e attraenti i nostri centri urbani, protagonisti della ripresa economica nella gran parte del mondo occidentale, ma non ancora in Italia.

Ma le buone idee da sole non bastano. Ed è per questo che, anche grazie al suo pungolo, l’Associazione ha concentrato i propri sforzi per individuare le strategie e gli strumenti fiscali e urbanistici - quella “cassetta degli attrezzi” che spesso richiamava Claudio - in grado di far decollare gli interventi di rigenerazione urbana e di farli divenire sistemici, non più casi isolati di buone prassi. Qualche passo in avanti è stato fatto, grazie anche al suo incessante lavoro e ai mille incontri che, nonostante la fatica, ha comunque intrattenuto fino all’ultimo con numerosi esponenti delle istituzioni e della politica per convincerli a dare fiducia a un settore che nonostante mille difficoltà - non si stancava mai di ripetere - rappresenta ancora “il più grande volano per la ripresa economica del nostro Paese”.

Medesima dedizione e instancabile impegno ha dedicato anche a un’altra missione che ci ha visto e ci vedrà ancora impegnati nei prossimi mesi per tornare a fare grande, come merita, la nostra Associazione. La crisi e i mutamenti del mercato hanno reso, infatti, indispensabile un’azione complessa e profonda di risanamento finanziario e di riorganizzazione interna, di cui il Presidente De Albertis, fin dall’inizio del suo mandato, si è assunto in prima persona la responsabilità di portare a termine. Un percorso di rigore e di richiamo all’efficienza ma che, come lui ci ha indicato, deve essere seguito senza mai perdere di vista il rispetto per le persone che lavorano e che noi intendiamo tutelare e valorizzare pienamente.

Ed è proprio su questi valori e su questo importante capitale di esperienze e grandi professionalità che si fonda la vera forza del sistema Ance, in tutte le sue espressioni e articolazioni territoriali. Una forza sulla quale le nostre imprese possono e potranno fare sempre affidamento per superare le difficoltà e poter guardare al domani con meno paura e con la voglia, come direbbe Claudio, di “andare sempre avanti”. 

Gabriele Buia, Presidente, ANCE

Gennaio 2017


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Autore: Gabriele Buia

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