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La perenne emergenza

Crescere? 2016 numero 3

Il terremoto del 24 agosto 2016

La perenne emergenza

Sono passati più di 40 anni dalla prima legge antisismica italiana, disponiamo di eccellenze riconosciute a livello mondiale nella gestione delle emergenze, abbiamo competenze tecniche e scientifiche all’avanguardia ma l’Italia continua a subire ferite che non possiamo più accettare.

Il 24 agosto, ancora una volta, ci siamo dovuti confrontare con l’impotenza e il senso di colpa per non aver saputo prevenire e mitigare gli effetti di un disastroso terremoto.   

Nel 2009, dopo i tragici giorni del sisma avvenuto a L’Aquila, Assimpredil Ance scriveva in un articolo che l’84% degli edifici presenti sul territorio italiano, essendo stati realizzati prima dell’emanazione della normativa del 1974, non avrebbe potuto garantire il rispetto delle regole previste. La situazione non è cambiata : si stima che tre milioni di edifici, pubblici e privati,  versino in pesante stato di degrado per abbandono e assenza di manutenzione.

Serve un Piano Nazionale strutturale e di lungo periodo di prevenzione del rischio sismico, un compito che il Governo ha assegnato a Casa Italia chiamando al difficile impegno il Rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone.

Il prossimo numero di Dedalo sarà dedicato ad un approfondimento sul post terremoto,  sarà una occasione per capire se, questa volta, abbiamo imparato dagli errori del passato.

ANCE ha elaborato un articolato documento che ha messo a disposizione del Governo individuando i 4 punti centrali che dovranno accompagnare le prossime scelte di intervento:

  1. varare un piano di messa in sicurezza del patrimonio pubblico che abbia una visione unitaria e la necessaria concentrazione dei fondi;
  2. fissare termini perentori, seppur di medio periodo, per l’adeguamento delle strutture produttive e commerciali in cui vi è permanenza di lavoratori e clienti;
  3. prevedere, per gli edifici destinati ad abitazione privata, un pacchetto di regole che consentano di aumentare il livello di conoscenza e consapevolezza del rischio, nonché rendere obbligatoria la diagnosi dell’edificio e utilizzare la leva degli incentivi fiscali per sostenere gli investimenti necessari;
  4. definire un congruo periodo per consentire la realizzazione degli interventi ma poi definire un adeguato sistema sanzionatorio per chi non adempie.

Viene spontanea una domanda : perché non è già prassi comune conoscere lo stato di sicurezza dei luoghi in cui viviamo dotandosi di un libretto di fabbricato che monitori nel tempo l’edificio e i suoi bisogni manutentivi? Eppure lo facciamo tutti abitualmente con le nostre automobili. Perché non assicurare le nostre case da eventi come i terremoti mentre ci assicuriamo dai furti ? Ogni emergenza riapre il dibattito su questi problemi e non li risolve.  

Nel 2009, Assimpredil Ance scriveva in un articolo : “L’immane tragedia che ha appena colpito l’Abruzzo ha indiscutibilmente posto al centro del dibattito, non solo politico, la qualità dei progetti, in particolar modo quelli strutturali, la qualità dell’esecuzione, la bontà o meglio la rispondenza alle norme e ai contratti dei materiali impiegati, nonché la correttezza dei collaudi. Il crollo di alcuni edifici ultimati dopo il 1974 fa dubitare della reale applicazione di quanto sopra indicato. Aldilà del doveroso accertamento di eventuali responsabilità, occorre ripensare seriamente ad una politica industriale per il settore delle costruzioni.”

Oggi, purtroppo, non possiamo che riaffermare l’urgenza di un vero e sostanziale sistema di qualificazione delle imprese, ribadendo l’insostenibilità di un settore che non ha barriere qualitative alla professione.  Nonostante la crisi abbia pesantemente inciso sulle imprese edili e sui lavoratori, cancellando quasi il 30 % del potenziale produttivo, continuano ad affluire nuove imprese che si iscrivono in Camera di Commercio solo grazie ad una carta d’identità e a un codice fiscale. Il sistema di qualificazione per chi opera nel settore degli appalti pubblici che fa capo alle SOA non basta e bisogna subordinare la possibilità di creare una nuova impresa a stringenti requisiti posseduti dall’imprenditore, nonché alla preventiva e indispensabile iscrizione alla Cassa Edile. 

Occorre, inoltre, introdurre riferimenti alla consistenza patrimoniale delle aziende e ad alcuni indici di bilancio tali da supportare la capacità delle imprese di far fronte agli impegni contrattuali e alle garanzie di adempimento. E’ arrivato il momento di fare, troppe parole sono state spese inutilmente e gli imprenditori che seriamente operano nel mercato vogliono più selezione per poter contribuire alla rigenerazione in qualità del nostro Paese.

Gloria Domenighini, Direttore generale, Assimpredil Ance


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Autore: Gloria Domenighini

TAGS: costruzioni, edilzia, norma antisismica, sisma, terremoto

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