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Essere avanti

Ricostruire 2017 numero 6

In ricordo di Claudio de Albertis

Essere avanti

Se una qualsiasi delle centinaia di persone che lo scorso 27 febbraio hanno affollato l'Auditorium e tutti gli spazi disponibili di Assimpredil Ance  per la commemorazione di Claudio De Albertis non avesse avuto la fortuna di conoscerlo di persona, al termine della commovente e intensa cerimonia ne avrebbe sicuramente compreso lo spessore intellettuale, la vivace intelligenza, la carica umana e l'inesauribile curiosità.

Una platea composita, costituita, oltre che dai suoi familiari (la madre Renata, la figlia Regina in rappresentanza anche del fratello Edoardo, la compagna Sonia), da imprenditori, manager, professionisti, amministratori pubblici, collaboratori, amici e semplici estimatori di un uomo che ha lasciato un segno profondo nella vita economica, politica e culturale di Milano e del Paese.

L’evento, più che una formale commemorazione,  è stata una sequela  di ricordi,  di impressioni, anche di inevitabili stimoli.  Attraverso una carrellata di testimonianze di persone  che hanno collaborato con lui in uno o più dei molteplici fronti nei quali è stato impegnato,  è emerso con assoluta chiarezza il profilo di un imprenditore innovativo, di un uomo di cultura attento e curioso, di un civil servant pronto a dedicare energie e impegno al progresso della società in cui ha vissuto. Liberale, ma attento al dialogo con le istanze sociali; laico, ma aperto al confronto con gli uomini di fede; schierato a difesa degli interessi dell'impresa, ma conscio della rilevanza cruciale di un rapporto positivo con le controparti sindacali.  Un uomo difficile da descrivere in poche parole e dalla personalità troppo complessa per essere riducibile a un'unica definizione.

Introducendo l’incontro, Marco Dettori, succedutogli alla presidenza di Assimpredil Ance, ha descritto il ruolo fondamentale di costante stimolo da lui svolto nella storia dell'associazionismo datoriale milanese e nazionale, rievocando in particolare il suo ultimo intervento pubblico in occasione dell'assemblea generale dell'associazione dello scorso settembre, le cui parole sono risuonate nella sala accompagnate da una carrellata di immagini nel commovente tributo iniziale dedicatogli.

In quell'occasione, con un intervento accorato e sofferto anche a causa dell'aggravarsi della malattia con cui stava da lungo tempo lottando, De Albertis aveva difeso strenuamente l'importanza del ruolo degli imprenditori edili nella società, ma al tempo stesso ne aveva invocato un profondo rinnovamento e un atteggiamento più coraggioso e intransigente verso comportamenti opportunistici. Un intervento che, ascoltato a distanza di pochi mesi dalla sua scomparsa, costituisce una sorta di testamento morale e intellettuale che, ha affermato Dettori, l'associazione conserverà gelosamente.

Hanno poi preso la parola molte delle personalità più significative di Milano: personalità legate a De Albertis, più che per il mondo delle costruzioni in senso stretto,  per il  valore  che il costruire significa,  e per le sue ripercussioni  nei confronti della vita delle persone  e della storia della città. Con una espressione un po’ abusata,  per la qualità del vivere urbano.

Su quest’aspetto si sono soffermati  molti degli intervenuti: da Andrea Cancellato, direttore della Triennale che lo ha ricordato come “sognatore” e “lucido realizzatore”, ad  un uomo di cultura come Andrea Kerbacher,  con numerosi ricordi a metà tra il personale ed il professionale, da  un imprenditore come  Alberto Meomartini, che ha sottolineato la  coerenza tra  gli aspetti umani e gli impegni professionali, ad un giornalista come Giangiacomo Schiavi, che ha svolto riferimenti a dibattiti politici e culturali su Milano cui De Albertis prese parte con un atteggiamento preciso ed appassionato, con toni a volte anche ruvidi.

Il dibattito sulla crescita equilibrata della città e sugli strumenti per conseguirla era una caratteristica culturale di De Albertis che andava di pari passo con il suo esser imprenditore ed è stato da più parti ricordato che le due componenti traevano stimolo una dall’altra e assieme si rafforzavano.

Raffaele Cattaneo, Presidente del Consiglio regionale, ha rievocato un rapporto di conoscenza e stima di lunga data e ne ha sottolineato le doti di equilibrio e correttezza nell'interpretare i molteplici ruoli pubblici e privati ricoperti in quarant'anni di impegno. Walter Galbusera, ex segretario della CISL e oggi presidente della Fondazione Kuliscioff, ha sottolineato le doti di impegno civile e la capacità di dialogare con la controparte sindacale senza mai perdere di vista il reciproco rispetto e il comune perseguimento dell'interesse generale.

Un altro aspetto peculiare di De Albertis, accanto a quelli qui ricordati,  è stata la tenacia:  tenacia nel cercare di realizzare i suoi convincimenti e tenacia nel chiedere la collaborazione dei suoi associati e delle forze sociali milanesi e nazionali più attente ai grandi temi del vivere civile. Alessandro Maggioni, del mondo cooperativo, e Antonio Calabrò, in rappresentanza di Assolombarda, grazie anche a  rapporti nati sul lavoro e poi divenuti amichevoli, hanno aggiunto tasselli di conoscenza sull’”uomo” De Albertis: il primo l’ha conosciuto  inizialmente come leale avversario per  poi divenirne partner in importanti e non semplici realizzazioni; il secondo ne ha descritto l’impegno continuo, sino all’ultimo, per contrastare l’indifferenza, a volte la complicità, di una parte del mondo imprenditoriale nei confronti delle scorrettezze e delle facili scorciatoie.

“Andare avanti”, un modo di dire che spesso De Albertis usava di fronte a problemi, a difficoltà, anche alle sconfitte,  e che riassume il suo impegno ora di imprenditore, ora di rappresentante della categoria dei costruttori, ora di esponente del mondo della cultura “alla milanese”, impegnata nella vita civile, anche verso i più deboli, come monsignor Luca Bressan, vicario episcopale, ha voluto ricordare. “Andare avanti” espressione che Gabriele Buia, presidente di Ance, ha voluto riprendere come suo stimolo personale nell’impegno a guidare  l’associazione nazionale.

Un uomo, in un’unica parola. E “Uomo” è stato difatti il titolo della scultura  a lui dedicata, realizzata da  Mario Rossello  e posta nell’Auditorium di Assimpredil Ance,  mentre Carlo Sangalli, come amico oltre che come presidente di Camera di Commercio,  pronunciava parole sentite e commosse.

Chiara Chierchini

Marco 2017


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Autore: Chiara Chierchini

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