Impronte

Disappair: la ventilazione che fa rima con innovazione

Legge di stabilità? 2019 numero 15

VMC Italia Srl

Disappair: la ventilazione che fa rima con innovazione

VMC Italia nasce nel 2002 fornendo progettazione e installazione di impianti di ventilazione meccanica controllata, sia per l’edilizia civile che industriale. L’azienda, oggi, propone prodotti di propria realizzazione, frutto di un accurato lavoro d’equipe e dell’esperienza maturata dai montatori. Anno dopo anno, l’azienda ha preso possesso di grosse fette di mercato, ritagliandosi un ruolo rilevante nel panorama lombardo e nazionale a dispetto della crisi e dell’impatto esercitato sul mercato dalle multinazionali.

L’ultimo prodotto targato VMC Italia è Disappair, il nuovo sistema di ventilazione invisibile, nato per soddisfare le esigenze di sempre maggiore qualità poste da progettisti ed edili sul ricambio dell’aria. Infatti la bocchetta Disappair 503 fa della smaterializzazione il proprio cavallo di battaglia, dall’alto delle ridotte dimensioni e dell’estrema duttilità – può essere inserita anche nelle pareti divisorie – così da rendere invisibile l’impianto. L’apertura del passaggio dell’aria, unica parte visibile della bocchetta, corrisponde a quella di una scatola da incasso elettrica a tre moduli e comprende dei deflettori atti a direzionare i flussi d’aria.
Il pannello di controllo base prevede l’accensione e la selezione delle velocità, la visualizzazione della modalità freddo/caldo e della modalità protezione antigelo e la segnalazione di qualsiasi anomalia, a partire dall’allarme filtri, grazie all’innovativo stato di connessione wi-fi. Il lavoro sull’elettronica sviluppato da VMC Italia garantisce inoltre un’unità controllata direttamente da remoto, tramite apposita app, con conseguente semplificazione per quanto riguarda la manutenzione. Ne scaturisce un sistema dall’installazione rapida e semplificata, perfettamente integrato con gli arredi interni e che non necessita di lavorazioni murarie aggiuntive, in grado di garantire l’eliminazione della percezione del rumore di sottofondo generato dall’unità di ventilazione.

Un altro aspetto, non di secondaria importanza, è quello economico: per un appartamento medio si spende, tutto compreso, tra i 180 e i 200 euro all’anno con Disappair. Il discorso economico vale anche per il professionista, trattandosi di un unico impianto per realizzazione e gestione. Professionisti come l’architetto Gianluca Gaspari, che ha adottato il sistema per le sue ultime realizzazioni a Cambiago (provincia di Milano). Nei suoi ultimi lavori sono già presenti sanificatori che abbassano i VOC presenti in casa e nei prossimi – promettono i responsabili di VMC Italia – ci si muoverà per ridurre drasticamente anche altri inquinanti (come il PM10). Ma l’impianto è un plus, di cui gli architetti e i professionisti del comparto edile possono servirsi, non la base di partenza.

La base di partenza è l’involucro: “Se si lavora bene sull’involucro si possono mettere degli impianti flessibili e dal bassissimo consumo, perché c’è dispersione irrilevante” sottolinea Gaspari. Manca dunque la sperimentazione, la voglia di osare, la formazione, ma più di ogni altra cosa manca la normativa: “Bisognerebbe imporre ai Comuni, su scala nazionale, di raggiungere determinati requisiti per ogni edificio.

Le normative devono procedere su basi obiettive e devono essere rigide per formare in maniera adeguata i progettisti, altrimenti rimane tutto molto pasticciato” aggiunge. Per l’architetto, che ha lavorato a lungo in Africa con materiali poveri e poi nelle fredde Germania e Russia, la colpa è senza se e senza ma dello Stato: “Se fosse sensibile applicherebbe queste logiche a tutti i nuovi edifici a interesse pubblico di futura realizzazione come asili, ospedali o strutture per anziani per creare oasi che non consumino, ma anzi che producano.

Perché non si fa? Un po’ è dovuto alla mancanza di persone preparate, un po’ agli interessi vigenti. Il consumo serve, mi viene da dire, ma la sua diretta conseguenza è l’inquinamento”. La ricerca e la soluzione sono lì, all’interno di una norma che ancora non c’è. E che obbligherebbe i costruttori e chi lavora nel settore a fare le cose come si deve: “Nel giro di quattro o cinque anni tutti imparerebbero. Ma lo Stato italiano, per ora, non ha una visione sociale” chiosa Gaspari. Che di questa visione sociale sta cercando di fare una battaglia, dimostrando che impiantistica ed edilizia possono andare a braccetto nella stessa direzione.   

 

 

Leggi anche l'intervista a Massimo Tognon, imprenditore e costruttore

Qual è l’aspetto più innovativo di questo sistema per un imprenditore? In primis il sistema aria aria, che non è quello tradizionale. È ottimo anche in fase di opera: in cantiere tutto risulta più pulito. La stessa manutenzione si fa un paio di volte all’anno con l’accesso degli addetti solo alle parti comuni. E c’è ovviamente l’aspetto economico: prima di far uscire una persona, si controlla da remoto che non ci siano stati errori. Con vantaggio per lo stesso imprenditore e costruttore.

Qual è il suo obiettivo primario quando costruisce? La realizzazione di edifici performanti dal punto di vista energetico, a prescindere dall’aspetto estetico. L’ultimo report reso pubblico da Legambiente testimonia un’aria irrespirabile in Lombardia: Brescia, Lodi, Monza, Milano, Bergamo e Cremona sono inquinatissime. Serve cambiare prospettiva.

Si torna al tema dell’involucro. Non è così? Certo. Pensi che, se l’involucro fosse performante, in inverno non avremmo bisogno di scaldare casa. Basterebbero la televisione, i cellulari, i computer, le luci delle lampadine e il calore umano a svolgere il lavoro. Così non è e a noi non resta che innovare per provare a cambiare le cose.   

 


Ti è piaciuto l'articolo?
Autore: Yuri Benaglio

TAGS: imprese associate Assimpredil Ance, Impronte

© 2024 - Assimpredil Ance - Credits - Privacy