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Ciao Claudio

La nostra storia 2017 numero 5

Non ho perso il piacere e l’abitudine alle camminate...

Ciao Claudio

Non ho perso il piacere e l’abitudine alle camminate domenicali nella brughiera. È l’occasione per incontrare Luca, il ragazzo dall’incedere goffo con la borsa a ciondoloni; e per incontrare le facce e gli amici di sempre, le voci e gli aneddoti di ogni camminata.

A quegli appuntamenti Tu non ci sarai. Da un po’ di tempo non partecipavi. Ne soffrivi, ma ti faceva piacere farti raccontare il luogo, il percorso, il tempo. Fisicamente non potevi, ma eri sempre con noi, con il pensiero con l’anima. Eri, sei, sarai sempre con noi.

Caro Claudio, quanto tempo è passato, i nostri bambini sono diventati ragazzi. Oggi hanno le loro famiglie, le loro vite, le loro storie.

Quanto cammino abbiamo fatto insieme, nelle strade, nelle città, nei boschi, nel lavoro, nella vita. Quante idee ci siamo scambiati, quante discussioni abbiamo affrontato. Tu spesso ascoltavi, sornione: sembravi distratto, per poi riproporre le tue idee, la tua visione con una capacità di sintesi senza eguali, una arguzia e una sensibilità che ti faceva un fenomeno umano speciale. Speciale sei stato per tutti noi amici, compagni, colleghi. Un punto di riferimento, con la tua contemporaneità, la tua capacità di cogliere il sunto di ogni problema, il tuo modo di raccontarlo e rappresentarlo. Caro Claudio, tu ci hai dato una dignità che spesso, ancora oggi, la nostra stupidità distrugge nei comportamenti della quotidianità.

Nei giorni della tua sofferenza non ti sei sottratto, hai mostrato il tuo volto, hai raccontato con la tua voce, hai invocato la nostra attenzione, hai ricordato la necessità di innovare, di abbandonare paure e ritrosie, di cogliere il coraggio del cambiamento. Dipende da noi, dicevi, dipende solo da noi.

Caro Claudio, sei stato un grande uomo del Novecento, ne hai attraversato la metà che la storia della nostra civiltà ha dedicato alla pace, al consolidamento dei valori di civiltà e di attenzione alle persone, alla grande bellezza della centralità dell’uomo e dei suoi bisogni. Tu ne sei stato un protagonista impegnato e convinto. Sei stato anche un grande uomo del secolo nuovo, un vero ragazzo Millennials a cui hai regalato la tua esperienza, la tua curiosità, la tua cultura. È l’umanità, non la tecnologia, la forza della nostra civiltà.

Tu ne eri consapevole, ne hai incarnato l’essenza, hai sostenuto, gridato il rapporto indissolubile tra etica ed estetica, ne hai trasmesso l’energia spirituale. Sei stato un maestro e, per questo, sarai sempre con noi.

Caro Claudio, “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto” (GV 12,24).

Tu sei stato l’acqua, la neve che ha irrigato la nostra terra. Tu sei il nostro seme: da te, dal tuo esempio, dal tuo coraggio nasceranno nuove vite, nuovi frutti, nuove speranze.

Grazie Claudio, grazie da tutti noi.

Piero Torretta, Past President, Assimpredil Ance


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Autore: Piero Torretta

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