Senza Pericolo 2013 numero 36

Sempre senza pericolo

Dal Presidente

Quello della sicurezza sul lavoro è uno dei temi su cui più si misura la qualità del fare impresa. Sicurezza è nel contempo...

Sempre senza pericolo

Quello della sicurezza sul lavoro è uno dei temi su cui più si misura la qualità del fare impresa. Sicurezza è nel contempo prevenzione e gestione del rischio; è coerenza del comportamento individuale; scelta consapevoledel datore di lavoro e dell’impresa nel suo complesso; strategia aziendale; è il risultato di una programmazione e pianificazione a cui tutti partecipano, sapendo che mai nulla è scontato e che ogni singolo comportamento incide sul risultato finale; è legalità e trasparenza.

Da anni le nostre imprese sono impegnate a combattere una battaglia per la sicurezza, la regolarità del lavoro, la qualificazione dei lavoratori e delle aziende. Il trend di incidenti e infortuni che toccano il nostro territorio è in diminuzione, come ampiamente rilevato da INAIL, anche in riferimento alle ore effettivamente lavorate, e questa tendenza in edilizia è in atto da almeno un decennio.

Ma anche un solo infortunio è per noi tutti una sconfitta: la sicurezza del lavoro nel processo costruttivo è una delle sfide più difficili su cui da anni il nostro mondo è impegnato. Certamente la pesante recessione che ha investito l‘industria delle costruzioni, e che non vede ad oggi segnali concreti di ripresa, rischia di avere ricadute molto negative anche sul fronte della sicurezza. Dal 2009 al 2013 abbiamo perso, nelle sole province di Milano, Lodi e Monza e Brianza, il 27 % delle imprese iscritte in Cassa Edile e il 29 % dei lavoratori, nella sola componente operaia. A questi vanno poi aggiunti gli impiegati e i quadri delle nostre imprese, i lavoratori dell’indotto diretto e indiretto, i professionisti e le attività derivate, tutte figure che operano dentro o attorno al cantiere. Tutto ciò si traduce in perdita di competenze, capacità e know how di chi storicamente ha fatto grande questo sistema economico.

La crisi, poi, porta con sé esasperate politiche di prezzo, che risultano essere l’unica vera variabile di concorrenza. Un effetto generato e consolidato dai soggetti pubblici che è purtroppo divenuto standard per tutto il mercato, che non premia qualità, etica e reputazione. Così come è divenuta prassi non pagare i propri fornitori per lavori correttamente eseguiti e ultimati. In questo mercato, ridotto e riconfigurato, avviene una selezione esasperata, a scapito della qua­lità e della sicurezza, selezione favorita dall’assurda circostanza che i fenomeni si amplificano nei pochi contesti nazionali dove ci sono an­cora opportunità di lavoro. In un’economia aperta come quella mi­lanese sembrava esserci posto per tutti, ma non è più così e oggi c’è posto prima di tutto per chi vince giocando con regole e condizioni di legalità, trasparenza e qualità di basso profilo e risultato.

Riscon­triamo crescenti e diffusi comportamenti elusivi delle regole, della legalità (distacchi di personale straniero, utilizzo di contratti collet­tivi diversi da quello edile, notoriamente più tutelante, a favore di contratti meno onerosi) con vantaggio competitivo scorretto. E non è solo un problema di legalità: l’effetto di questi comportamenti è la concentrazione della disoccupazione nelle maestranze locali, a causa del frequente ricorso a lavoratori che consentono di utilizzare formu­le di riduzione dei costi del lavoro con conseguente aumento della precarietà e del lavoro nero. Rischiamo così di distruggere quanto abbiamo faticosamente costruito nella cultura della sicurezza, perché senza etica e rispetto delle regole non ci sono garanzie di tenuta del sistema.

Proprio nella consapevolezza di quanto siano importanti la cultura e l’educazione alla sicurezza, abbiamo promosso in Trienna­le, con la collaborazione delle Organizzazioni Sindacali di categoria, “Senza pericolo”, una mostra interamente dedicata a un tema che nei musei ci finisce raramente: la sicurezza, intesa nelle sue varie de­clinazioni di sicurezza sul lavoro, sicurezza nel costruire e sicurezza delle città e nella sua doppia accezione di safety e di security. Bisogna agire sull’attitudine alla sicurezza, insegnando fin da bambini che esistono cause-effetti dei nostri comportamenti. La famiglia, la scuo­la, l’impresa, ogni singolo cittadino deve partecipare ad un processo diffuso di educazione che induca ad approcci consapevoli a tutela di se stessi e degli altri. Conoscere, per capire il valore della sicurezza per la qualità della vita di ogni uomo, è una tappa imprescindibile per condividere le azioni e agire. Sempre con i Sindacati, il 6 giugno scorso abbiamo firmato un Avviso Comune molto forte, con una ri­chiesta di attenzione a questo territorio che vive la contraddizione di grandi progetti in fase di realizzazione, con ingenti risorse investite, con un parallelo depauperamento delle economie locali, ma anche della sicurezza e della legalità dei cantieri aperti.

Nell’avviso Comune abbiamo individuato alcune azioni urgenti per arginare la situazione:

  • qualificazione delle imprese per selezionare il mercato;
  • trasparenza nelle fasi di esecuzione dei lavori con maggiori e mirati controlli;
  • creazione di un fondo, alimentato con piccole quote dei ribassi ot­tenuti in fase di aggiudicazione, per finanziare le attività di controllo pubbliche;
  • una più stretta alleanza tra sistema bilaterale, in particolare le Casse Edili, e Pubblica Amministrazione per una azione sul mercato privato;
  • lotta e contrasto ai fenomeni di sfruttamento delle maglie larghe della legge per l’applicazione dei contratti di lavoro, per le trasferte internazionali, per le libere interpretazioni delle regole del gioco;
  • messa in rete e valorizzazione del ruolo degli enti bilaterali come strumento di controllo e qualificazione del mercato: la Cassa Edile per il rilascio del DURC, con indicazione chiara delle ore denuncia­te, il CPT per la sicurezza nei cantieri e l’ESEM per la formazione.

Vanno dunque ricreate quelle condizioni di legalità, di trasparenza e di concorrenza che consentono alle imprese di operare in un tessuto sano nel quale siano rispettate, da parte di tutti gli attori, le regole del gioco.

Se questo territorio non reagisce e riconosce il valore del fare impresa, del lavoro nel rispetto delle regole, della qualità e del­la sicurezza come obiettivi primari, questo territorio è destinato a divenire terreno di tensioni sociali di proporzioni preoccupanti. Il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ci ha recentemente chiamati ad un appello di responsabilità per sostenere una battaglia comune di rivendicazione della centralità di Milano nelle strategie del Governo: ci saremo, ma al tempo stesso chiediamo che sia posto al centro delle priorità il tema della tutela del sistema economico locale.

Claudio De Albertis, Presidente Assimpredil Ance


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Autore: Claudio De Albertis

TAGS: Lavoro, Sicurezza

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