Secondo quanto emerso da una recente analisi del Centro Studi di ANCE, il comparto del credito per il settore edile sembra mostrare...
Secondo quanto emerso da una recente analisi del Centro Studi di ANCE, il comparto del credito per il settore edile sembra mostrare i primi timidi segnali di risveglio.
I dati forniti dalla Banca d’Italia sul mercato del credito per famiglie ed imprese nei primi nove mesi del 2014 mostrano infatti una ripresa per quanto riguarda il finanziamento finalizzato all’acquisto della casa, anche se non migliora la situazione degli investimenti in edilizia.
La flessione registrata, sempre nei primi nove mesi del 2014, per i finanziamenti per investimenti in edilizia residenziale è stata pari a -20,7%, mentre il calo registrato nei finanziamenti nel comparto non residenziale, nello stesso periodo, è stato del -14,7%.
Queste contrazioni vanno ad aggiungersi al crollo delle erogazioni in atto dall’inizio della crisi: i finanziamenti per investimenti residenziali sono diminuiti del 64,1% negli ultimi sei anni, quelli nel non residenziale del 73,4%.
Per quanto riguarda le famiglie, invece, i dati mostrano che, per la prima volta dopo tre anni consecutivi, si è registrato un aumento delle erogazioni in tutte le Regioni italiane: +9,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Gli effetti positivi di questa lieve ripresa rischiano di essere totalmente annullati nei prossimi mesi se a ciò non corrisponderà una ripresa anche del credito per le imprese.
Non a caso, nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia veniva preannunciato che “La debolezza della ripresa e le difficoltà di accesso al credito rimarranno i principali fattori di rischio per le imprese nei prossimi mesi”. Il Governatore Visco ha inoltre ribadito durante l’Audizione sull’attuazione dell'Unione bancaria europea presso la Commissione Bilancio della Camera dei deputati che “La ripresa dei prestiti bancari sarà necessariamente graduale: stimiamo che quelli alle società non finanziarie riprenderanno a crescere non prima della metà del 2015”.
Con riferimento al rapporto banca/impresa, secondo quanto emerso da un’indagine svolta tra gli associati ANCE, nonostante il continuo disimpegno delle banche nei confronti delle imprese di costruzioni, la domanda di credito continua ad essere sostenuta: il 36,5% delle imprese intervistate dichiara di aver incrementato le proprie esigenze di credito negli ultimi 6 mesi.
La principale esigenza che ha spinto le imprese ad aumentare la richiesta di credito è collegata ad una variazione della capacità di autofinanziamento (47,2%), seguita dalla necessità di far fronte ai ritardati pagamenti della PA (38,6%). Per il 37,8% delle imprese la necessità di maggiore liquidità è collegata ad una variazione delle esigenze produttive, a cui segue, per il 26% dei casi, una variazione delle esigenze di ristrutturazione del debito e la variazione del ricorso ad altre forme di indebitamento (10,2%).
Alla tematica del rapporto banca/impresa Assimpredil Ance ha dedicato un capitolo del “Libro Bianco delle costruzioni”, presentato nel corso dell’ultima Assemblea annuale.
Cosa chiedono le imprese al sistema bancario?
In primis, finanziamenti per la gestione ordinaria. Contrariamente a quanto accade in altre realtà, la struttura finanziaria delle imprese italiane è da sempre caratterizzata da un considerevole utilizzo dell’indebitamento a breve termine rispetto ai finanziamenti a medio/lungo termine e alle forme di equity financing.
In questo contesto, quindi, è necessario stabilire condizioni economiche e procedurali vantaggiose per la gestione degli scoperti di conto corrente, gli anticipi fatture, gli anticipi salvo buon fine del portafoglio, i mutui chirografari, lo sconto fatture, la gestione riba.
Per il settore delle costruzioni è fondamentale che venga messa in atto una politica volta a sostenere gli investimenti a lungo termine con misure specifiche che permettano lo sviluppo di interventi immobiliari sul territorio, agevolando, in particolare, le operazioni che presentano caratteri di innovatività di prodotto e alte prestazioni e gli interventi legati alla rigenerazione e riqualificazione del territorio.
Non va dimenticato che la ristrutturazione e la riqualificazione rappresentano, oggi, oltre il 50% del mercato interno. Un mercato, che ha dimostrato una positiva tenuta, ma che richiede misure a medio termine utili ad attivare la domanda e a sostenere investimenti diffusi.
Purtroppo, la crisi economica e finanziaria ha inciso negativamente sulla capacità del settore finanziario di convogliare finanziamenti verso l'economia reale, in particolare per quanto riguarda gli investimenti a lungo termine.
L'Europa ha sempre fatto ampio affidamento sulle banche per finanziare l'economia reale: due terzi dei finanziamenti provengono infatti dalle banche, rispetto ad un terzo negli Stati Uniti. Se le banche riducono il proprio livello di leva finanziaria, praticando il cosiddetto deleveraging, la disponibilità di finanziamenti diminuisce per tutti i settori dell'economia: ad esempio, meno di un terzo delle PMI olandesi e greche e solo circa la metà delle PMI italiane e spagnole hanno ottenuto per intero i crediti che avevano richiesto nel 2013.
È indispensabile intervenire per ripristinare condizioni favorevoli per gli investimenti e la crescita sostenibile: questo significa, tra l'altro, trovare nuovi modi per indirizzare fondi verso gli investimenti a lungo termine.
Secondo quanto emerso dai lavori della Commissione Europea, occorre facilitare l'accesso delle PMI ai mercati del capitale e a fondi comuni di investimento creando un mercato secondario liquido e trasparente per le obbligazioni societarie, rivitalizzando i mercati della cartolarizzazione - tenendo in debito conto i rischi e il carattere eterogeneo di tali prodotti - e migliorando le condizioni esistenti a livello di UE per obbligazioni garantite e collocamento privato. Inoltre, tra le azioni indicate nella comunicazione sul finanziamento a lungo termine vi sono il miglioramento delle informazioni in materia di credito alle PMI, il riavvio del dialogo tra banche e PMI e la valutazione delle migliori pratiche per aiutare le PMI ad accedere ai mercati dei capitali.
Ma come ovviare a questa pesante crisi di credito che le nostre imprese stanno affrontando? Un ruolo positivo può essere giocato dalle misure della finanza agevolata, come ad esempio il Credito Adesso e il Credito In Cassa B2B, promosse dalla Regione Lombardia.
Si chiede che le banche si impegnino a definire tempi e condizioni di istruttoria delle complesse pratiche di accesso a tali misure, assicurando una specifica assistenza delle imprese, sia in termini di informazioni sui vantaggi delle agevolazioni, sia in termini di disponibilità degli uffici bancari nei confronti delle imprese per la raccolta e la predisposizione della documentazione necessaria.
In questo scenario non dobbiamo dimenticare il ruolo importante che in questo settore viene dalla ripresa della finanza a supporto dell’acquisto della casa.
Per far ripartire il mercato delle compravendite immobiliari risulta necessario favorire il finanziamento degli acquirenti anche grazie alla ripresa dei finanziamenti al 100%, e per chi acquista casa si chiede una revisione del rapporto rata/reddito attualmente eccessivamente restrittiva.
Inoltre, sarebbe utile prendere spunto da quanto avviene in altri Paesi, come ad esempio la Gran Bretagna, dove l' "Help to Buy scheme" è la risposta del Cancelliere dello Scacchiere britannico George Osborne al problema degli immobili. Un dettagliato programma per favorire l'investimento nel mattone aiutando, con una forte iniezione di liquidità, i cittadini inglesi.
In mancanza di una ripresa delle compravendite nel settore immobiliare, risulta di fondamentale importanza sostenere il mercato della locazione. E’ necessario prevedere misure di sostegno per gli operatori che realizzano nuove costruzioni per la messa a disposizione di alloggi in affitto, anche grazie ad accordi con fondazioni o altri soggetti, o attraverso un forte committment da parte del Governo, come successo ad esempio in Gran Bretagna.
Il patrimonio immobiliare italiano è caratterizzato da una certa anzianità e questo impone ai proprietari un’attenzione particolare al tema della riqualificazione. Alla luce delle varie iniziative pubbliche e private che vanno diffondendosi, dirette a informare i cittadini e a sostenere gli interventi di riqualificazione degli edifici sotto il profilo del risparmio energetico, e pur in presenza di azioni già avviate dalle banche sul tema, occorre un intervento più incisivo per favorire il mercato della riqualificazione e, con questo, gli operatori qualificati e competenti.
Particolare attenzione va posta alle misure di finanziamento dei mutui accesi dai condomini per riqualificazione e risparmio energetico.
Un altro ambito di attività che riteniamo debba essere sostenuto è quello dell’accesso ai mercati internazionali per le imprese del settore. Le recenti indagini congiunturali hanno messo in evidenza come le uniche imprese che hanno mantenuto un certo livello di fatturato sono state le aziende che hanno avuto accesso ai mercati internazionali.
L'accesso ai mercati internazionali delle imprese del territorio rappresenta una opportunità di sviluppo per tutto il sistema economico. Per questa ragione servono misure specifiche dirette a sostenere i necessari investimenti per l'avvio di iniziative immobiliari all'estero ed è di fondamentale importanza anche favorire la bancabilità dei progetti messi in piedi anche grazie all’aggregazione di imprese finalizzata a raggiungere una massa critica considerevole che consenta l’ingresso su determinati mercati.
Non di meno, un ruolo centrale è rivestito - in alcuni specifici ambiti di intervento - dalla cosiddetta finanza di progetto.
Il Parternariato Pubblico Privato (PPP) è una delle forme di intervento per lo sviluppo di operazioni di infrastrutturazione e di sviluppo urbano che richiede una azione congiunta di informazione e di creazione di competenze.
Vanno risolti i nodi legati ad alcune problematiche particolari del settore per creare una maggiore capacità di attivazione di interventi in comparti quali quello ospedaliero, museale, dei parcheggi, ecc.
Termino queste considerazioni, sottolineando come il rapporto con la banca sia, in particolare per le piccole e medie imprese, anche un problema di comunicazione e di linguaggio. Assimpredil Ance è impegnata su un duplice fronte, da un lato affiancando le imprese ad avere un dialogo trasparente e costruttivo con gli Istituti di credito, dall’altro segnalando alle banche le specificità gestionali che caratterizzano le imprese edili e che le distinguono dalla gran parte delle imprese industriali.
Claudio De Albertis, Presidente Assimpredil Ance