Il futuro siamo noi 2021 num. 25
E' venuto il momento del bilancio
E’ venuto il momento del bilancio.
Ma il bilancio, con il quale siamo abituati a ragionare noi imprenditori, il documento che ci compone anno per anno il rendiconto di quanto sia accaduto in azienda, non è propriamente il bilancio che intendo immaginare di esporVi nell’ambito associativo.
Non spetta infatti al sottoscritto tracciare il rendiconto del mio mandato. Altri valuteranno.
A me preme ragionare attraverso queste pagine dove noi siamo ora e dove dovremo andare, attraverso una analisi obiettiva della situazione e dell’ambiente nel quale ci troviamo ad operare.
Il clima post pandemico può presentare per il nostro settore grandi aspettative. Arriva il Recovery Plan, arriveranno molte risorse. Quante non ne abbiamo mai viste.
Milano ha ripreso a correre, dopo il Covid 19, in un vortice che accelera continuamente e che non sembra avere apparenti rallentamenti.
Monza sta per varare interessanti delibere in riferimento alle nuove norme regionali lombarde sugli immobili dismessi e abbandonati.
Lodi ha aspettative su risorse del PNRR che potrebbero agevolare la partecipazione attiva dell’economia locale.
Il mercato delle costruzioni è più rarefatto, ci sono meno imprese, ancora sofferenti, alle quali però verrà consegnata gran parte della rivincita rappresentata dagli investimenti, davvero imponenti, che l’Europa ci consentirà di fare, in dimensioni francamente non misurate mai nel passato, né per volumi, né per capacità. Eppure, mi rimane la convinzione che con tutte le cautele, le prudenze, le ansie, i termini, i tempi, le incertezze e i trabocchetti, il nostro sistema ne uscirà in piedi, abituato com’è a navigare sempre in acque tempestose, alle volte con poca vela e con la barra del timone non sempre al 100%.
D’altra parte, noi siamo donne e uomini coraggiosi, siamo gente che si rimbocca le maniche, che coglie opportunità e che non molla, anche se tante volte di fronte alle difficoltà, magari una sera, a ciascuno di noi è capitato di fermarsi di fronte alla specchio e di chiedersi: “Ma a me, chi me lo fa fare…..”
Ma il giorno dopo non hai il tempo per pensare. Devi correre. E anziché fermarti, ricerchi nuovi impegni, ti ingarbugli con altre nuove esperienze, pensi ancora una volta come pianificare e ripianificare quello che avrai da fare, organizzi l’azienda in vista delle opportunità future. Insomma, non ci si ferma mai!
E non avremo di che fermarci.
L’Associazione dei costruttori, poi, è di fronte ad alcune scelte strategiche non più procrastinabili.
Deve riconquistarsi un ruolo in ambito industriale. Deve conquistare un primato nei confronti dell’ambiente. Deve stabilire un metodo di comunicazione nei confronti della politica. Deve inventare un nuovo metodo per esercitare in modo convincente l’azione di lobby.
Lo dovrà fare a Roma.
Lo deve fare sul territorio.
Continuando ad animare il dibattito ed il confronto, riaprendo (speriamo presto, dopo la fastidiosa parentesi Covid) la propria struttura per riportare la partecipazione delle associate e di soggetti eterogenei non necessariamente legati al mondo delle costruzioni, per legare la nostra attività alla crescita culturale e sociale della nostra città.
Tornare ad ambire di essere “la Casa della Casa”, all’interno della quale ogni argomento può diventare “analisi”.
Ambire ad essere sempre più evoluti, sempre più curiosi, è una qualità che restituisce valore e come tale va preservata, sia nell’ambito personale, che istituzionale, che di assunzione di ruolo nella società civile cittadina.
A questo hanno sempre contribuito i miei amici Vicepresidenti, Tesorieri, Consiglieri Delegati, Coordinatori di zona e Presidenti degli Enti che mi hanno accompagnato in questo lungo percorso di Presidenza e che ringrazio con grande enfasi uno per uno: Liliana Bassetto, Anna Minotti, Gianmarco Bisio, Dario Firsech, Edoardo De Albertis, Carlo Rusconi, Giorgio Mainini, Roberto Mangiavacchi, Francesco Cilento, Luca Botta, Filippo Rigoli, Luca Cazzaniga, Franco Monetti, Gabriele Bisio, Matteo Baroni, Luca Asti, Pietro Andrea Garavaglia, Giovanni Deleo, Virginio Trivella, Paolo Vittorio Riva, Massimiliano De Adamich, Daniela Stucchi, Emanuele Steffenini, Roberto Baessato, Riccardo Ranza, Pietro Conti, da poco anche Silvia Ricci.
Struttura e Dirigenti hanno sempre assecondato un percorso, a volte tortuoso, e sono a loro estremamente grato.
Ma il mio saluto è proteso e ricordare che in un sistema associativo non è mai finita qui….
L’Associazione va oltre le persone, va oltre i mandati, e si deve occupare con analisi, la più analitica possibile, delle esigenze future, leggendo il presente, per immaginare e condurre, nei limiti del possibile, il nostro “domani”.
E così mi permetto di segnalare alcuni “lavori in corso” ai quali chi verrà, se vorrà, potrà dare evidenza, nel modo più consono alla propria sensibilità e personalità, traguardi che nella corsa del mio mandato con gli amici ho soltanto individuato, ma che penso dovrebbero essere affrontati e risolti.
Fermo restando che spetta a chi verrà trovare la giusta strada per accompagnare nella rappresentanza le esigenze delle imprese, mi piacerebbe passare il testimone rilanciando la necessità di una nuova visione sull’aspetto strategico di posizionamento del comparto delle costruzioni rispetto ai temi ambientali e dell’economia circolare. Noi tutti ne siamo purtroppo fuori e ci necessita la conquista di un primato nella tutela e nel rispetto delle esigenze planetarie del nostro secolo, in rapporto agli obiettivi di miglioramento del benessere sociale attraverso la realizzazione del miglioramento e del rispetto ambientale. Per noi l’ambiente è business, oltre che adempimento, e bisogna lavorare per fare diventare ambiente ed economia circolare tra i primi asset della nostra mission di Associazione.
Abbiamo, poi, in arrivo una stagione particolarmente intensa per il comparto delle opere pubbliche. Tantissime risorse che ricadranno sui territori per le quali dobbiamo intraprendere la battaglia del recupero del valore attraverso l’attualizzazione del sistema della rilevazione ed aggiornamento dei prezzi negli elenchi prezzi regionali a base di gara nelle opere pubbliche.
Una battaglia mai vana è quella di perseverare nell’obiettivo della semplificazione e con lo stimolo a ritrovare una base tecnica adeguata e preparata nella Pubblica Amministrazione, affinché si richieda un serio controllo tecnico a valle e a tappeto sulla buona esecuzione delle opere. Dobbiamo proporci come un sistema che in autocertificazione svolge tutto quello che va eseguito a perfetta regola d’arte, senza temere le verifiche, senza temere i collaudi, ma alleggerendo ogni zavorra amministrativa non funzionale al lavoro ed alla produzione.
L’impresa ha altri obiettivi di efficienza, di tempi e di risultato. Questo è a mio modesto avviso un punto nodale. La semplificazione amministrativa deve diventare lo strumento, nelle opere pubbliche come in quelle private, attraverso il quale pretendere una PA preparata, che si rivolge ad un parterre di aziende preparate, serie, che realizzano senza barare, assumendosi rischi e responsabilità.
Dietro a questo obiettivo dobbiamo essere proprio noi a proporre il recupero di credibilità e di affidamento, scrollandoci di dosso un vestito di doglianze che è forse più calzante ad altre organizzazioni di rappresentanza sindacale.
Infine, un'ultima nota lasciata nel cassetto, ma non meno rilevante. Se abbiamo un sistema bilaterale e un contratto edile bisogna fare in modo che questo contratto e le attività della bilateralità siano i capisaldi sui quali costruire le garanzie di formazione e sicurezza del personale in cantiere. Se non riusciamo in questo obiettivo tanto vale buttare alle ortiche il contratto, che a quel punto sarebbe solo un orpello costoso per imprese e operai e utile soltanto a garantire la sopravvivenza del sistema datoriale e sindacale. Questo appello vale anche per gli amici dei nostri sindacati edili che saluto e ringrazio per il composto e pur aspro, talvolta, confronto di posizioni.
In passato abbiamo lasciato correre consentendo che la formazione e la sicurezza in cantiere venissero garantiti da chiunque, ma è stato un errore madornale! All'alba del Recovery (200 miliardi di investimenti in 6 anni - roba mai vista), bisogna tornare a dare garanzie sulla formazione e sulla sicurezza nei cantieri (e non in stabilimento) e noi siamo gli unici che con la bilateralità possiamo garantire questo servizio.
Vi saluto sapendo che avrò nostalgia, soprattutto della fiducia che ho sempre sentito vicina da parte di tutti, certo che lascio una Associazione solida, pulita, ricca e amata.
Buon lavoro! E grazie della entusiasmante esperienza che mi avete concesso!
Marco Dettori, Presidente, Assimpredil Ance
Giugno 2021