Casi studio

Via Capecelatro 2, Milano

Costruire senza consumo 2012 numero 33

L’intervento riguarda la ristrutturazione in sagoma (con parziale cambio di destinazione d’uso e traslazione di slp) e l’“utilizzo del patrimonio edilizio esistente” secondo...

Via Capecelatro 2, Milano

Stato di fatto

L’intervento riguarda la ristrutturazione in sagoma (con parziale cambio di destinazione d’uso e traslazione di slp) e l’“utilizzo del patrimonio edilizio esistente” secondo l’art. 2 della L.R. 13/2009 per i locali sottotetto di un piccolo edificio residenziale posto all’interno di un cortile in via Capecelatro 2 a Milano.

Il contesto manca di emergenze funzionali e di omogeneità e si qualifica per la mancanza di uniformità tipologica e per una diffusa carenza di qualità architettonica. L’isolato caratterizzato da maggiore tipicità è quello in cui è incluso l’edificio oggetto di ristrutturazione, che ha il privilegio di affacciarsi su due suggestivi cortili e di nascondersi dietro ad una gradevole cortina edilizia vagamente liberty di case di inizio secolo. Le immediate adiacenze spiccano invece per la completa assenza di armonici rapporti di scala. Attraverso un grande ed antico portone in legno collocato nella facciata inizio novecento dell’edificio su strada di via Capecelatro 2 si percorre un ampio androne aperto che conduce al primo cortile: qui si affaccia il fabbricato oggetto d’intervento, e attraverso questo ed in continuità con il primo androne si accede ad un secondo e più piccolo cortile.

L’edificio, di forma ad L, è idealmente composto da due nuclei diversi per tipologia e dimensioni: l’ala A, parallela al corpo su strada, è posta a cavallo di entrambi i cortili, mentre l’ala B, perpendicolare alla prima, affaccia esclusivamente sul secondo e più intimo dei due.

Le due ali originariamente differivano sia per la distribuzione verticale (interna nell’A ed esterna nella B) che per la composizione dei livelli interni che– di conseguenza- per le quote interne dei solai, con la sola eccezione della quota del solaio del piano sottotetto e della linea di colmo, che coincidevano in entrambi i nuclei. In sede di progetto si è unificato il sistema di distribuzione verticale ma si è mantenuta la differenza delle quote tra le due ali, così che la gestione dei livelli è stato un importante stimolo compositivo e un elemento caratterizzante e ordinatore di progetto. Originariamente il fabbricato era caratterizzato da struttura di tipo misto, con parti portanti in muratura e travi e pilastri in cemento armato. La logica delle aperture di facciata era di tipo tradizionale, basata su allineamenti e simmetrie. La copertura era a con tegole alla marsigliese. Il piano seminterrato – presente solo nell’ala A – era caratterizzato da voltine alla catalana realizzate in travi IPE d’acciaio e laterizi.

Progetto

L’intervento ha una caratterizzazione architettonica che tiene presente il contesto urbano all’interno del quale si inserisce e che rispetta, nei limiti che il linguaggio architettonico contemporaneo impone, la tradizione sia costruttiva che morfologica dell’ambiente circostante. L’edificio presenta un’articolazione volumetrica unitaria, alleggerita in facciata dalla presenza di balconi segnati da leggerissimi parapetti. È bipartito in senso orizzontale: la fascia basamentale grigia scura – tipica di molti edifici milanesi – segnata da aperture a spiccata verticalità.

Il volume soprastante gioca con gli elementi compositivi tipici del tessuto storico milanese combinandoli in un insieme equilibrato nella sua asimmetria: l’intonaco di facciata è di un caldo colore tortora, il gioco delle aperture, ora raggruppate a nuclei, ora isolate, permette di ridurre il peso della massa architettonica. Le finestre sono di volta in volta lavorate in termini diversi quasi a voler conferire un’inaspettata, giocosa casualità alla facciata: alcune sono raggruppate e inquadrate in cornici di intonaco bianco ghiaccio, altre più piccole sono sottolineate da una cornice piana che le dilata sulla superficie della facciata, altre ancora si inseriscono nella facciata come tagli netti. Le persiane scorrevoli contribuiscono a variare l’equilibrio distributivo del cromatismo di facciata in relazione alla loro posizione: quando risultano chiuse svincolano la vista dei riquadri bianchi che raggruppano le finestre, quando sono aperte entrano nel gioco degli equilibri cromatici della facciata. Il secondo cortile, più interno e intimo, è giocato su principi analoghi al primo; tuttavia, la diversa altezza interna dei due nuclei in cui è articolato l’edificio suggerisce la soluzione di diversificare il colore dell’intonaco di facciata. Un divertissement rosso cadmio per la facciata più interna e meno esposta che realizza una piacevole digressione del tema dominante color tortora.

Nonostante il progetto non si possa configurare come intervento mimetico, i materiali scelti e la reinterpretazione in chiave contemporanea di elementi tipici della tradizione costruttiva locale quali basamento, cornici delle finestre, persiane scorrevoli, tetti a falda, conferiscono un particolare carattere intimista all’edificio, che si lega al contesto della vecchia Milano (che contribuisce nel suo piccolo a ridisegnare e ricreare: non più in termini di memoria, ma adesso in termini di continuità).

Costruzione

La struttura portante verticale preesistente, che viene quasi tutta mantenuta, è mista: c.a. per le parti nuove e muratura portante per quelle recuperate. Le fondazioni sia esistenti che nuove sono state rinforzate con micropali.

Le murature perimetrali fuori terra sono di spessore necessario a soddisfare le richieste delle normative energetiche vigenti anche grazie al sistema di coibentazione a cappotto esterno.

La copertura è a falde, ventilata, rivestita di tegole alla marsigliese.

Il cantiere, per la collocazione limitata e costretta è stato impegnativo sia per la gestione e gli spazi ridotti, sia per la complessità delle operazioni costrette in uno spazio cosi limitato. Si è operato con strutture in muratura portante, in c.a. e ferro. Vi sono stati consolidamenti di solai esistenti e creazione di nuovi, sono state rinforzate le fondazioni.

Finiture

Le facciate sono intonacate; il colore è tortora sul fronte del primo cortile e rosso cadmio sul retro; la restante facciata del secondo cortile è intonacata color tortora. Tutte le facciate sono trattate con un sistema grafico di riquadri intonacati color ghiaccio che riquadrano le aperture. I balconi sono pavimentati con pavimentazione in gres porcellanato. Tutti i serramenti in legno hanno vetri con vetrocamera e raggiungono mediamente una prestazione termica di Uw = 1,5 W/m2K; le persiane del tipo scorrevole su mantovane sono in alluminio a doghe. Le pareti perimetrali sono state tutte rivestite con isolamento a cappotto Stiferite GT dal momento che parte di esse era esistente e in laterizio pieno.

Impianti

Tutte le unità abitative sono dotate di un impianto di riscaldamento a pavimento e impianto di fornitura di acqua calda; l’impianto è centralizzato con contabilizzazione delle calorie per ogni singola unità immobiliare. La caldaia è posta in copertura. Vi sono in copertura, esposti a sud-ovest pannelli per il riscaldamento solare dell’acqua calda sanitaria. Oltre alle normali dotazioni impiantistiche è stata installata in ogni appartamento una macchina per ventilazione meccanica controllata a singolo flusso.

 

Impresa realizzatrice: Thema Costruzioni srl
Progetto: LPzR architetti
Progetto strutture: Ing. Stefano Rossi


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Autore: Thema Costruzioni srl

TAGS: riqualificazione

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