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Un ruolo importante: l’associazionismo

Costruttori di città 2015 numero 42

Ci sono momenti che aiutano ad analizzare il tempo che stiamo vivendo: la celebrazione...

Un ruolo importante: l’associazionismo

Discorso tenuto il 13 Aprile 2015 presso il Teatro dell’arte di Triennale di Milano in occasione del settantesimo anniversario di Assimpredil Ance

Ci sono momenti che aiutano ad analizzare il tempo che stiamo vivendo: la celebrazione dei vostri 70 anni di attività come associazione è uno di questi.

La domanda che ci dobbiamo porre è la seguente: l’associazionismo, ed in particolare quello che vede come protagoniste le parti sociali - imprenditoriali e sindacali -, ha ancora un ruolo importante nel Paese? E’ difficile rispondere, ma la domanda è d’obbligo, e la risposta può essere data solo dopo avere tracciato un quadro, seppure rapido, della situazione. L’Italia oggi appare un Paese inoperoso, per certi versi svogliato.

Da troppi anni il reddito reale medio non aumenta e la politica non riesce ad offrire risposte concrete ad un contesto sociale in cui l’unico segno più è l’invecchiamento della popolazione, facendo così crescere la consapevolezza che siamo fermi, non facciamo, non creiamo, non costruiamo nulla di importante, non risolviamo nessuno dei problemi che ci preoccupano.

Questa situazione di incertezza è un potente fattore di individualizzazione; l’idea di un interesse comune diventa sempre più nebulosa. Cresce, quindi, il fastidio nei confronti delle associazioni collettive e nel contempo si sviluppa una cultura egoistica. Sempre più spesso si sente affermare che le parti sociali, di fronte ai mutamenti economici in atto nella società, abbiano esaurito il suo ruolo. Tradotto: le organizzazioni nate per tutelare gli interessi di imprese e lavoratori sono delle istituzioni ostili al cambiamento. Per modificare questo giudizio nei nostri riguardi occorre avere il coraggio di cambiare radicalmente il modo di porci all’interno del nostro mondo. Noi abbiamo uno strumento che tutti ci invidiano e che fra pochi anni celebrerà i cent’anni di attività: la Cassa Edile di Milano, Lodi e Monza Brianza.

In passato la Cassa Edile rappresentava una risposta concreta ai problemi delle imprese e dei lavoratori. Attraverso la bilateralità abbiamo trovato soluzioni innovative, leggendo, addirittura anticipando, i cambiamenti del settore. Dobbiamo riprenderci lo spirito di quei tempi, guardando avanti, magari con progetti anche molto ambiziosi.

Qualche anno fa, insieme, avevamo iniziato un percorso per costruire “La cittadella dell’edilizia”, che non voleva essere una semplice sede unica degli enti (Cassa Edile, Esem, Cpt, Asle), bensì un luogo dove poter approfondire alcuni temi strutturali del settore (infortuni, malattie professionali, risparmio energetico e bioedilizia, materiali nocivi nel processo produttivo del cantiere, nuovi materiali e nuove tecnologie legate alla sicurezza sui luoghi di lavoro, gestione del mercato del lavoro …) e sperimentare ipotesi di lavoro utili alla soluzione dei problemi: diventare, cioè, un punto di riferimento conosciuto e frequentato dai lavoratori e dalle imprese, ma anche da tutti gli operatori dell’edilizia, consapevoli che il raggiungimento di questi obiettivi richiede tempi e modalità applicative che vanno monitorate e verificate costantemente dalle parti sociali (la costituzione di una vera e propria cabina di regia).

Quel progetto, a mio giudizio, è ancora valido. L’obiettivo resta quello di costruire sinergie e collaborazioni con tutto coloro che studiano da tempo il nostro settore, come le università e gli istituti di ricerca. Attraverso queste sinergie si potrebbero aprire strade in cui la bilateralità sarebbe al servizio del mondo esterno. Essere al servizio anche dei comuni e delle istituzione potrebbe essere la chiave per promuovere il lavoro delle imprese nella riqualificazione.
Perché se il sistema bilaterale intercetta il 40% in meno delle aziende una risposta concreta potrebbe essere rappresentata da questa modalità. I fondi europei, quelli della regione e quelli statali dell’ambiente sono una modalità di approccio che messa a disposizione delle istituzioni sempre più interessate dal taglio dei fondi potrebbe rappresentare una spinta propulsiva molto interessante. Ma per fare questo, dobbiamo mettere in moto una riorganizzazione di sistema che elabori piani industriali finalizzati a verificare la sostenibilità del sistema bilaterale; che porti avanti queste iniziative anche attraverso accorpamenti fra enti a livello regionale: solo così potremo ritrovarci fra altri 70 anni consapevoli di aver dato un contributo concreto al settore edile, cambiandolo in meglio e non subendo il cambiamento.

Francesco Bianchi, allora Segretario Provinciale di F.I.L.C.A. CISL Milano Metropoli

La carica di è stata successimente ricoperta da Fabio Del Carro


Nella foto: il pubblico guarda il video Costruttori di città durante la video installazione in Triennale dal 14 al 19 aprile 2015

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Autore: Francesco Bianchi

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