Le analisi

Storia di un'Associazione

Costruttori di città 2015 numero 42

A Milano la ricostituzione di un’organizzazione libera di categoria avviene fin dall’aprile del 1945...

Storia di un'Associazione

I primi anni (1945_1953)

Al termine della seconda guerra mondiale Milano è una delle città italiane più danneggiate dai bombardamenti e nei primi anni dopo il conflitto la ricostruzione è rallentata dalla necessità di dare priorità alla rimozione delle macerie. L’attività costruttiva riprende in modo deciso solo dal 1950, quando il capoluogo lombardo assume una posizione di traino per il settore edilizio nazionale.

In questa situazione si aprono per i costruttori prospettive nuove e per affrontarle al meglio appare necessario ridefinire i tratti della propria organizzazione, a maggior ragione ora che, con la caduta del fascismo, è crollato anche il rigido inquadramento imposto dal regime a ogni libera espressione rappresentativa. A Milano la ricostituzione di un’organizzazione libera di categoria avviene fin dall’aprile del 1945, grazie alla creazione di una consulta provvisoria che ha il compito di tutelarne gli interessi, di promuovere la costituzione dell’associazione professionale e di provvedere alle pratiche relative alla predisposizione dello statuto.

La consulta non opta per un’adesione “di massa” dei costruttori edili all’Associazione industriale lombarda, ma sostiene la formazione di un ente giuridicamente indipendente e operativamente autonomo per assegnare alla nascente organizzazione un posto ben definito all’interno del panorama industriale italiano. Si costituisce così, il 26 luglio 1945, una nuova associazione di categoria, il Collegio lombardo delle imprese edili ed affini, che l’anno seguente diventa il Collegio delle imprese edili ed affini della provincia di Milano.

Poiché il Collegio e Assolombarda attribuiscono grande importanza alle relazioni sindacali, nell’aprile del 1946 stabiliscono, in via sperimentale, un accordo di collaborazione in base al quale il primo assume la funzione di sindacato di categoria della seconda, «prendendo atto che l’Associazione stessa considererà ad essa associate anche tutte le imprese attualmente aderenti, e quelle che in avvenire aderiranno al Collegio e che quindi passerà al Collegio i propri soci edili (col loro consenso) e in avvenire non accoglierà soci edili se non attraverso il Collegio Lombardo».

Nello stesso periodo il Collegio entra in trattative con la Camera del lavoro per la firma del contratto collettivo di lavoro degli edili. Nel 1946, insieme alle organizzazioni sindacali viene riattivata e potenziata la Cassa Edile, sorta nel 1919, che diverrà un modello per tutta la categoria. Nel 1950 poi, facendo seguito alla stipula del contratto nazionale di categoria, il Collegio intavola trattative con i rappresentanti dei lavoratori per raggiungere un accordo in merito al contratto provinciale integrativo.

Alla prima assemblea del Collegio sono presenti tutti i firmatari dell’atto costitutivo, oltre a 116 soci che hanno presentato domanda di ammissione, per un totale complessivo di 143 aderenti che rappresentano la componente principale del settore edilizio milanese. Il primo presidente del Collegio è Ambrogio Gadola, esponente di punta dei costruttori lombardi, sostituito negli anni seguenti da altri nomi storici del settore come Paolo Lodigiani(1947-1949), Bruno Chiesa (1949-1951) e Antonio Bassanini (1951-1954).

Fin dai primi anni il Collegio si sforza di ampliare il proprio orizzonte operativo, proponendo agli altri collegi lombardi di dar vita a un organismo a giurisdizione regionale. Questa proposta, che anticipa di circa trent’anni la creazione del Centro regionale lombardo per l’edilizia, pur non ricevendo l’appoggio delle associazioni consorelle testimonia l’azione propositiva e di coordinamento svolta dall’organizzazione milanese che nel 1950 comprende ormai quasi il 70% delle circa 2.500 imprese attive nella provincia di Milano, risultando la più importante associazione provinciale di costruttori su scala nazionale.

Da subito l’associazione punta decisamente in direzione del graduale miglioramento e ampliamento dell’offerta di servizi destinati ai soci, soprattutto di natura informativa e di assistenza tecnico-legale. E poiché al Collegio aderiscono prevalentemente imprese di piccole dimensioni si privilegia un servizio di consulenza a loro dedicato, in modo che possano contare su un referente qualificato a supporto della propria attività imprenditoriale.

Inoltre già a fine 1945 i soci possono contare sull’organo ufficiale di stampa dell’associazione, «Il Giornale dei costruttori », a cui è affidato il compito di pubblicare le comunicazioni del Collegio, i listini prezzi e le norme sindacali e di trattare anche problemi di interesse generale della categoria, come quello della ricostruzione della città gravemente danneggiata, dei piani regolatori, della produzione e distribuzione dei materiali.

Tra il primo e il secondo ciclo edilizio (1954-1973)

Il periodo tra metà anni cinquanta e primi anni settanta, mentre lancia l’Italia tra le prime potenze industriali al mondo, vede susseguirsi due distinti cicli edilizi. Il primo (1954-1963) coincide con gli anni del “miracolo economico” ed è caratterizzato dal prevalere delle nuove costruzioni con le grandi aree metropolitane dell’Italia settentrionale che fanno la parte del leone. Il secondo (1964-1973) vede invece un deciso incremento dei rinnovi rispetto alle nuove costruzioni e coincide con un primo rallentamento della crescita del Paese e con la finale battuta d’arresto imposta dal primo shock petrolifero, che interrompe bruscamente un ventennio di crescita straordinaria del comparto edilizio-immobiliare milanese.

L’evoluzione del mercato edilizio in questo periodo modifica in modo sensibile il contesto in cui opera l’associazione dei costruttori, allora guidata dai presidenti Giovanni Marzoli (1954-1957), Riccardo Ranza (1957-1960), Renato Morganti(1960-1963), Giannino Rusconi (1963-1969) e Carlo Mangiarotti (1969-1972).

Il Collegio infatti, da un lato intensifica i rapporti con i principali enti pubblici e privati, di categoria e non, quali Ance, Confindustria, Assolombarda, Camera di commercio, Comune di Milano; dall’altro, nel 1971, si dota, di pari passo con l’evoluzione dell’apparato amministrativo pubblico, di un livello regionale: il Centro regionale lombardo per l’edilizia (Centredil), con sede a Milano, che riunisce le organizzazioni edili della Lombardia e rafforza la loro collaborazione.

In questi anni l’associazione prosegue sulla strada del potenziamento dei servizi offerti ai soci. Significativo in proposito è il contributo offerto in direzione di una migliore conoscenza del mercato edilizio grazie al ruolo di primo piano svolto dal Collegio nella creazione, avvenuta nel 1965, del Centro per le ricerche economiche sociologiche e di mercato nell’edilizia (Cresme), presieduto da Bruno Chiesa. Nel 1972 viene poi creato il Centro studi, la cui guida è affidata a Riccardo Meregaglia, con lo scopo di curare l’immagine della categoria, di migliorarne il prodotto e di istituzionalizzare e rendere permanente la riflessione sulle difficoltà quotidiane e sugli obiettivi di medio e lungo termine del settore edilizio.

Nei rapporti di lavoro l’associazione dedica particolare attenzione ai servizi assistenziali attraverso l’azione della Cassa Edile che già nel 1954 cura la realizzazione di case per i lavoratori dell’edilizia nell’ambito del piano Ina-Casa (nove edifici per 183 appartamenti e 882 vani legali). L’elevato fabbisogno di manodopera qualificata stimola inoltre la collaborazione tra organizzazioni sindacali e costruttori nel campo dell’istruzione professionale. Il Collegio, che fin dai primi anni di attività si era speso in favore dell’istituzione, del potenziamento e del finanziamento di scuole e di corsi per operai edili, prosegue in questa attività creando una Fondazione convitto allievi delle arti edilizia ed affini, al fine di dare alloggio ai lavoratori residenti fuori Milano iscritti alle scuole professionali; sostenendo l’Istituto tecnico per edili Carlo Bazzi e il Centro per la formazione professionale delle maestranze edili ed affini della Provincia di Milano, istituito nel 1961; collaborando, in ambito accademico, con il Politecnico di Milano.

Un altro importante settore d’intervento è rappresentato dalla prevenzione infortuni, un terreno su cui l’associazione agisce con finalità consultiva nella fase normativa e promuovendo tra i soci la conoscenza e l’applicazione delle leggi in materia di sicurezza sul lavoro. Già nel 1969, quindi due anni prima dell’introduzione della prevenzione infortuni nel contratto nazionale di categoria, gli imprenditori edili milanesi danno vita, insieme alle organizzazioni sindacali, a un Comitato paritetico intersindacale (CPT), con l’obiettivo di assicurare il rispetto delle norme antinfortunistiche.

Particolarmente intense sono poi le relazioni con le rappresentanze operaie durante le agitazioni degli ultimi anni sessanta. In soli dieci mesi, dal maggio 1968 al marzo 1969, l’associazione partecipa a quindici incontri in sede sindacale con le organizzazioni provinciali dei lavoratori, raggiungendo diversi accordi riguardanti, fra gli altri, la contrattualizzazione e il miglioramento di alcune prestazioni assistenziali della Cassa Edile. In quegli stessi anni, e più precisamente nel 1968, il Collegio assume la denominazione di Associazione delle imprese edili ed affini della provincia di Milano (Assimpredil) e viene strutturandosi in otto settori di categoria (o di specializzazione), incrementati negli anni per dare voce alle differenti esigenze espresse dai singoli rami produttivi. Alla dimensione settoriale si aggiunge, nel corso degli anni settanta, una seconda variabile di classificazione delle imprese associate, che vengono raggruppate anche in base alla loro localizzazione all’interno del territorio provinciale. La necessità di un maggiore radicamento territoriale induce inoltre l’associazione ad aprire, nel 1970, sedi decentrate a Legnano, Lodi, Magenta e Monza


Dai difficili anni settanta a "tangentopoli" (1974-1992)

Il lungo periodo di stagnazione del mercato edilizio-immobiliare che si apre con il primo shock petrolifero si protrae poi, a eccezione di alcune brevi inversioni di tendenza, fino agli anni novanta. Le difficoltà del settore sono attestate dal fatto che negli anni settanta, per la prima volta nel secondo dopoguerra, la spesa per ristrutturazioni e recuperi è superiore a quella per la nuova edificazione. E anche nel successivo decennio, nonostante la presenza di una congiuntura economica più favorevole, le difficoltà del comparto edilizio-immobiliare non vengono meno e si amplia notevolmente il peso assunto dall’intervento pubblico a tutti i livelli: locale, regionale e nazionale.

In questo ventennio Assimpredil è guidata dai presidenti Antonio Romagnoli(1972-1978), Mario Marcora (1978-1984) e Riccardo Meregaglia (1984-1990). Il trasferimento di competenze dallo Stato alle Regioni per materie fondamentali quali l’urbanistica induce l’associazione a ricercare un confronto più serrato con le forze politiche e sociali e a tal fine viene costituito un ufficio relazioni esterne. A metà degli anni settanta l’organizzazione dei costruttori si confronta attivamente con le parti sociali su diversi temi di grande rilievo, a cominciare dal dibattito sulla variante generale al piano regolatore di Milano, che vede l’associazione impegnata a indirizzare suggerimenti e proposte all’amministrazione comunale soprattutto in vista di uno snellimento delle procedure. Così come fornisce assistenza tecnica nella stesura della bozza di convenzione che disciplina gli interventi di risanamento a Milano, dimostrando una particolare sensibilità al problema del riutilizzo del patrimonio edilizio esistente. Altrettanto significativo appare il contributo, fornito attraverso il Centredil, all’elaborazione dei disegni di legge regionali che disciplinano l’esecuzione di opere pubbliche, che istituiscono il capitolato regionale e che prevedono l’istituzione dell’albo regionale dei costruttori.

Negli anni ottanta i rapporti di collaborazione tra Assimpredil e il Comune di Milano si fanno ancora più stretti. Esemplare in proposito è la redazione dello studio di fattibilità del progetto per l’area Garibaldi-Repubblica, un’operazione che accredita l’associazione di fronte all’amministrazione pubblica per il know-how esclusivo che possiede nell’organizzare operazioni complesse tecnicamente, finanziariamente e amministrativamente. Sulla base di questa esperienza si dà vita alla società AIE Studi e promozioni, nell’intento di adeguare l’offerta edilizia alle trasformazioni della domanda. Viene inoltre incentivato il confronto con le diverse categorie interessate all’edilizia, costituendo la Consulta tecnica interprofessionale tra Assimpredil e le altre organizzazioni che operano nel settore edile.

Mentre prosegue l’attività informativa a favore degli associati, una funzione avvertita come particolarmente urgente nel quadro di intensa produzione normativa che caratterizza quegli anni, Assimpredil estende l’assistenza sempre più anche all’ambito legale e giudiziario, come nel 1979 quando viene istituito un servizio di supporto in materia di recupero crediti e violazioni urbanistiche. Ancora una volta particolare attenzione è rivolta alle esigenze delle piccole e medie imprese, che costituiscono la parte più consistente della base associativa. Tra le iniziative più rilevanti è senz’altro da ricordare il convinto sostegno alla forma dell’associazione temporanea di imprese (ATI) al fine di rafforzare la posizione delle associate nel ramo delle opere pubbliche. Altro settore di intervento riguarda le agevolazioni creditizie a favore dell’edilizia, ambito in cui l’associazione nazionale si era già da anni attivata costituendo il FinAnce, al cui interno i costruttori milanesi hanno sempre avuto un ruolo di primo piano. L’impegno di Assimpredil si rinnova tra gli anni settanta e ottanta, prima con l’adesione al Confidi di Milano e Legnano, e poi siglando importanti accordi con la Cariplo per le imprese di piccole e medie dimensioni e con il Mediocredito lombardo, per favorire l’accesso al credito a medio termine anche alle imprese edili.

Nel confronto sindacale l’associazione si assume invece il compito di unificare il fronte dei costruttori e di evitare il frazionamento della compagine associativa, specialmente nei momenti di maggiore conflittualità con la controparte dei lavoratori, come verso la fine degli anni settanta. Negli anni ottanta, invece, l’affermarsi di processi di esternalizzazione (o subappalto) contribuisce a ridimensionare il peso delle relazioni sindacali nell’attività di Assimpredil, mentre un grande impegno continua a essere profuso in direzione dell’istruzione professionale, soprattutto per fare fronte alle nuove esigenze del mercato. Così, dopo una prima fase di accresciuto impegno a sostegno della formazione - anche attraverso l’erogazione di borse di studio a favore di studenti di discipline tecniche e il mantenimento di un collegamento sempre vivo con il Politecnico di Milano -si persegue una razionalizzazione degli interventi in questo campo che sfocia nel 1986 nella creazione, di concerto con le organizzazioni sindacali, dell’Ente scuola edile milanese (Esem). L’obiettivo è quello di ricomporre in capo a un unico ente paritetico le sparse competenze in materia di istruzione professionale.

Nel 1986 nasce DEDALO, mensile di informazioni economiche, sociali e tecniche che si è occupa di "edilizia e dintorni" secondo un'ottica focalizzata sull'impresa di AIE servizi.

Sul versante organizzativo, si introducono norme più selettive per conferire maggiore stabilità alla base associativa, richiedendo che le imprese associate, quando non aventi sede a Milano, svolgano nella provincia la parte maggiore della loro attività; si introduce il Gruppo giovani, per favorire la partecipazione alla vita associativa delle giovani leve imprenditoriali; si presta grande attenzione alle specificità delle singole aree territoriali creando occasioni di incontro e dibattito nelle diverse sedi decentrate (Legnano, Lodi, Magenta e Monza).

Le prospettive di una più profonda integrazione in ambito europeo lasciano intravedere, all’inizio degli anni novanta, l’aprirsi di un quadro economico-istituzionale significativamente diverso rispetto al passato. Ma, ancora più di questo, nel breve periodo è lo scandalo di “mani pulite” a introdurre una frattura senza precedenti nel mondo imprenditoriale milanese. In un simile scenario stravolto dagli scandali giudiziari Assimpredil si trova improvvisamente nella necessità di pilotare i suoi associati verso equilibri che sono tutti da costruire.


Gli ultimi anni: verso l'Expo 2015

A Milano, nel quinquennio successivo a “tangentopoli”, il comparto edilizio-immobiliare conosce una fase di stallo e gli appalti subiscono un drastico arresto. Solo dal 1998 si apre finalmente una nuova stagione di crescita dai ritmi molto sostenuti, grazie alla disponibilità di denaro a basso costo, al varo di progetti di recupero delle aree industriali dismesse e alla scarsa attrattiva degli investimenti alternativi. La forte ascesa dei prezzi e l’accelerata attività costruttiva dura soltanto un decennio perché, nella seconda metà degli anni 2000, l’effetto-contagio innescato dalla crisi americana dei mutui subprime apre una nuova stagione negativa destinata a protrarsi sino a oggi.

In questo periodo quattro presidenti si avvicendano alla guida di Assimpredil: Claudio De Albertis (1990-1996), Marcello Botta (1996-2000), Piero Torretta(2000-2006) e di nuovo Claudio De Albertis (2006-2015). L’inchiesta “mani pulite” si abbatte sull’associazione con l’effetto di travolgerne il «lavoro lungo e faticoso di accreditare gli imprenditori edili come i soggetti capaci di concorrere e non come i soggetti bisognosi di protezione». Tale situazione va ad aggravare un contesto già di crisi, tanto nell’edilizia pubblica quanto in quella privata, che riduce il numero delle imprese associate e il loro volume di affari. L’impegno dell’organizzazione è tutto volto in questi anni a restituire ai costruttori la credibilità perduta nei confronti delle parti sociali (le imprese si impegnano, nell’atto di adesione, ad accettare il codice deontologico) e a ricostruire un dialogo produttivo con le forze politiche, anche in vista di quella semplificazione normativa che appare all’associazione una misura indispensabile per ridare slancio al settore. A questo riguardo, tra le diverse forme di collaborazione con gli enti pubblici si segnala la partecipazione nel 1998 al progetto Sesamo del Comune di Milano in occasione del quale Assimpredil si occupa della semplificazione del procedimento di rilascio delle concessioni edilizie.

Nella strategia dell’associazione la riorganizzazione dell’offerta edilizia passa attraverso una riqualificazione della filiera produttiva che deve tradursi in un rafforzamento professionale, finanziario e organizzativo delle imprese di costruzione. Con questo obiettivo, Assimpredil accompagna le associate in un processo di trasformazione che la fase di instabilità rende particolarmente urgente. Al fine di contrastare la concorrenza sleale si presta particolare attenzione alla piaga dell’evasione contributiva che si intende contenere attraverso il meccanismo di “forfaittizzazione” del costo del lavoro.

Nel 1997, insieme ai sindacati dei lavoratori, viene promossa una grande campagna di sensibilizzazione contro il lavoro nero intitolata Lavori fuori corso. L’attenzione al problema viene tenuta alta anche nel decennio successivo, quando la forte crescita della manodopera straniera impiegata in edilizia introduce nuove sfide nel controllo del processo costruttivo. Nel campo della formazione professionale invece è significativa la sempre viva collaborazione con il Politecnico di Milano, che rende possibile avviare un diploma universitario in edilizia, di durata triennale, presso l’Istituto edile Carlo Bazzi.

Stimolata da un mercato in rapida evoluzione e sempre più aperto in prospettiva europea, Assimpredil incoraggia l’adeguamento e la razionalizzazione delle strutture organizzative delle imprese associate, oltre a fornire loro nuovi strumenti informativi per una migliore conoscenza del territorio, come il progetto e-Mapping. Altro progetto strategico dell’associazione è Milano nei cantieri dell’arte per promuovere le competenze e le tradizioni delle imprese attive nel settore del restauro conservativo e del consolidamento di edifici storici. DEDALO nel 2007 diventa bimetrale e cambia direttore. Sensibile alle sollecitazioni che vengono da una forte istanza sociale l’associazione lancia il bando Housing Contest per la formazione di un repertorio di progetti per edifici residenziali ad alte prestazioni e a basso costo. I costruttori ricevono assistenza anche nel campo dell’innovazione tecnologica come pure in quello - sempre attuale nell’agenda dell’associazione - della sicurezza sul lavoro. L’interesse per le nuove soluzioni tecnologiche è reso prioritario da una produzione normativa sempre più stringente in materia e l’impegno di Assimpredil nei confronti dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale è legato proprio, in questi anni, «alla consapevolezza della centralità che tale questione riveste all’interno del processo di innovazione che sta coinvolgendo tutta la filiera dell’industria delle costruzioni».

In questa prospettiva Assimpredil partecipa, con il progetto Innovance, al bando Industria 2015 Efficienza energetica del Ministero dello sviluppo economico e nella stessa direzione si muovono anche altre iniziative, come Ancenergia, un consorzio di imprese del sistema Ance creato nel 2007 su sollecitazione di Assimpredil allo scopo di facilitare il trasferimento tecnologico. Le mutate esigenze si riflettono inoltre sul versante organizzativo: nel 2005 viene rivisto l’assetto dell’associazione, definendo due unità di lavoro, una specializzata in materia di tecnologia e innovazione e l’altra nei rapporti con i media e la comunicazione.

Nel 2012, in conformità con tutte le altre associazioni territoriali, trasforma la denominazione in Ance Milano Lodi Monza e Brianza.

Il 13 febbraio 2013 e l’ 8 luglio dello stesso anno un vortice di caschi gialli dei lavoratori edili invade piazza Affari, davanti alla Borsa di Milano, per dire basta alle "vessazioni che affliggono il settore edile". E’ la Giornata della Collera che vede a fianco di Ance Milano 31 associazioni di categoria. I presenti in piazza elencano 100 vessazioni da cancellare, proponendo soluzioni che potrebbe essere messe in atto a costo zero.

Le connessioni messe in atto nel territorio coinvolgono istituzioni come Triennale di Milano nella creazione di eventi di comunicazione su larga scala come la mostra Senza Pericolo nel Giugno 2013.

Nella prospettiva di Expo 2015 il principale fattore di successo competitivo continua comunque a essere rappresentato dalla capacità di creare connessioni, e in questo Assimpredil - che rappresenta tre diverse province (Milano, Lodi, Monza e Brianza) - svolge un ruolo strategico. Un esempio è dato dall’iniziativa Vetrina delle imprese, per pubblicizzare e valorizzare le principali attività svolte dalle imprese associate. Per le imprese edili fare rete significa non solo razionalizzare gli assetti produttivi, generando realtà imprenditoriali più robuste, ma anche «consolidare le relazioni della filiera, connettendo imprese, nicchie e specializzazioni produttive, sistema della ricerca e della formazione, progettazione, produzione e commercializzazione». Questo lo scenario in cui si muove l’associazione.

 

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Autore: Enrico Berbenni

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