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La voce di uno studente

Costruttori di città 2015 numero 42

Sono uno studente della Fondazione ITS Cantieri dell’ Arte ed un lavoratore...

La voce di uno studente

Discorso tenuto in occasione dell’evento svoltosi in Triennale per la presentazione del libro Nei cantieri dell’arte, 9 febbraio 2015

Mi e’ stato chiesto di parlare di me, del perché mi trovo qui e di cosa mi aspetto dal futuro..

Sono uno studente della Fondazione ITS Cantieri dell’ Arte ed un lavoratore.

Perché il restauro? Perché come molti coetanei italiani, prima di iniziare questo corso, non avevo grandi prospettive: nulla da perdere, ma tutto da guadagnare…Niente posto fisso e nessun futuro troppo avviato.

Una unica speranza: quella di riuscire a partecipare a un corso nobile e qualificante, su cui però non avevo la certezza matematica di chi e cosa avrei incontrato; di quali esperienze avrei vissuto; di dove mi avrebbe condotto il viaggio intrapreso.

Del restauro mi aveva sempre affascinato il concetto di nobiltà d’animo e cioè che un bene, non importa quanti bombardamenti abbia subito, quanti secoli abbia conosciuto o quanti millimetri di carbonatazione abbia accumulato; quante intemperie possa aver subito negli anni..

Per lasciare una traccia della propria esistenza, per riuscire a superare i momenti difficili che la vita chiede di affrontare, chiunque, come qualunque monumento o opera d’ arte arrivata a noi, dalla nostra storia avrà la possibilità di restaurarsi e di rivivere: a tutto c’è rimedio.

Quindi il restauro dal mio punto di vista è un viaggio affascinante che inizia dallo studio delle tecniche del passato, passa per il confronto con le tecnologie moderne e si interroga sul futuro.

Ho scelto di intraprendere questo viaggio perché mi piaceva l’ idea di poter accostare questo mondo al mio futuro.

Un futuro che indipendentemente dal tipo di contratto o dal tipo di stipendio mi porti ad incanalare le energie e la mia vita lavorativa in questa visione delle cose. Ad essere presente quando si prenderanno scelte che saranno riconosciute dalla collettività; a fare pure dei sacrifici ma per una giusta causa, perché son certo che lavorando bene le soddisfazioni personali ed economiche arriveranno.

Basterà quindi armarsi di microsabbiatrici, laser, sonar, termocamere, stratigrafie, resine e cocciopesti (abbinati ovviamente ad anni di esperienze e a delle qualifiche professionali), perché sappiamo tutti che i progetti per un restauro sono i più studiati, i più dettagliati, e verificati.. proprio perché è il tema con i suoi valori in gioco a richiederli.

Quando mi sono iscritto al corso, questa idea di futuro non era così chiara; di settimana in settimana però, sono entrato in quest’ottica sempre più. Nel riconoscere ad esempio le bellezze che ci circondano, annusandone il lavoro e la fatica degli operatori, la loro passione e la motivazione che li spinge ad alzarsi al mattino.

Tutto ciò mi rende fiero ( nonostante la crisi, i sogni che ci hanno rubato, il futuro che non avremo e la sfiducia che ci pervade) di appartenere al Bel Paese e fiducioso che un giorno riusciremo a restaurare anche l’Italia così come si deve e come si merita..

Mi dico sempre che nella vita il motto dev’essere: crederci sempre, arrendersi mai! Ed io ci credo!

Ci credo in questo corso e credo che anch’io ho diritto ad un futuro migliore del mio presente!

Brando Lippi, Studente Fondazione ITS Cantieri dell’Arte

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Autore: Brandi Lippi

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