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Finalizzare gli obiettivi

Fuga dalla crisi 2013 numero 38

Basta consumo di suolo? Portiamo avanti più manutenzione, più sostituzione, più qualità nell’edificato.

Finalizzare gli obiettivi

L’ultimo bollettino del Gennaio 2014  "Ance congiuntura PIL produzione e investimenti nelle costruzioni, occupazione" è disarmante: la registrazione dei dati selezionati per fare il quadro sul settore  delle costruzioni e sul mercato del 2013 rappresenta uno scenario  per cui è impossibile non essere pessimisti.

Non esiste segno più e la nota di speranza si limita alla variazione nulla del PIL odierno.
E’ molto probabile dunque che l’inerzia del sistema ci guidi verso il fallimento. Ma è ugualmente probabile che in questa condizione totalmente priva di ossigeno, si azionino leve disperate per attuare un cambiamento. Un obiettivo comune tra chi amministra e chi è dall’altra parte è sicuramente la realizzazione di un territorio efficiente  e di qualità,  attrattivo,  competitivo. Un territorio specchio di  tutto  il capitale  produttivo  cognitivo  e  creativo  che  può  rilanciare tutto  il sistema.  Si tratta  di iniziare  a condividere degli  obiettivi  calibrando le proprie azioni senza rinunciare ai propri credi.

Basta consumo di suolo? Portiamo avanti più manutenzione, più sostituzione, più qualità nell’edificato.

C’è parte politica o categoria che si vuole opporre ad un disegno  del genere? No, se lo sviluppo viene comunque tutelato. Il territorio è il banco  di prova del fabbisogno di modernità.

Che  la trasformazione diventi un  obiettivo  perseguito da tutti,  in un rinnovato equilibrio tra città e campagna, ma come? 
Abbattendo i costi delle  sostituzioni edilizie (o incentivando i profitti), favorendo una fiscalità e dei regolamenti che sostengano le operazioni di trasformazione, garantendo l’accesso ai nuovi prodotti edilizi dagli utenti con modalità di finanziamento snelle, costituendo premialità per amministratori che mettono in atto procedure trasparenti al passo di chi vuole investire. La procedura deve inseguire e indirizzare l’investimento, il contrario è il fallimento. Non c’è sufficiente massa critica su molti punti né consapevolezza condivisa. 

A fronte di città modeste, vecchie e prive di qualità,  esistono  ancora sacche di vaghezza decisionale e contraddizioni senza consapevolezza dei danni inflitti  all’evoluzione. 

Uno  tra  i mille  esempi?  Milano  rinnova  il suo  R.E. Ma perché mentre il risparmio energetico predica la compattezza dell’involucro a noi sono  ancora preclusi  i cavedi (che lo permetterebbero al meglio) o i bagni ciechi? Perché  mentre negli altri paesi evoluti gli studenti popolano i monolocali delle grandi città di dimensione ridotta, noi non  possiamo  allinearci nel loro ridimensionamento alle ridotte superfici  europee? Non  esiste motivo  se non  la distrazione nei confronti di un mondo che se non evolve rapidamente è destinato al fallimento, sia pure  per un cavedio, una ventola, 3 mq.

Partecipare tutti, a tutti i livelli, al territorio in una  forma  di alta  democrazia significa  proprio questo: promuoverne l’efficienza e la bellezza, collegando le informazioni capillarmente e perseguendo la sua felice evoluzione,  con il sostegno  di tutte le parti.


Cecilia Bolognesi, Direttore Dedalo


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Autore: Cecilia Bolognesi

TAGS: norme, regole, urbanistica

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