Territorio

Etica e mercato immobiliare

Il nostro futuro sostenibile 2021 num. 24

Riflessioni per il legislatore

Etica e mercato immobiliare

Il richiamo a questo binomio mi sorge immediatamente pensando a quelle iniziative immobiliari, purtroppo non infrequenti nel nostro Paese, per le quali a un certo punto si scopre che spariscono le caparre e che gli acquirenti vantano fior di quattrini versati a un improbabile operatore.

Come è noto, l’impianto normativo predisposto nel 2005 a tutela degli acquirenti è stato recentemente modificato da un legislatore forse disattento a quello che effettivamente succede nel mercato.

Le recenti norme, infatti, pongono a carico degli operatori seri e rispettosi delle norme una serie di adempimenti non certo trascurabili, tra i quali il più oneroso, sotto l’aspetto procedurale, è senz’altro quello della registrazione e della trascrizione del contratto preliminare di vendita.

Non è previsione certamente priva di adempimenti ed impedimenti.

Oltre al costo della trascrizione, e il necessario atto in forma notarile, si pensi al tempo che mediamente si deve impiegare per la sottoscrizione del compromesso davanti al notaio.

Sul fronte impedimenti, poi, si pensi al problema del finanziamento bancario che non viene concesso a fronte di trascrizioni antecedenti. Per non parlare, poi, del fatto che l’eventuale inadempimento dell’acquirente di fatto rende invendibile il bene compravenduto, sino a che l’acquirente inadempiente non liberi la trascrizione sull’immobile.

Bene. Ma a tutto ciò non è soggetto colui che vende senza essere ancora in possesso del titolo abilitativo rilasciato dal Comune.

Per la nostra legislazione gli acquirenti di questi operatori sono acquirenti di serie B, e l’operatore stesso può essere il più scalcinato ed inaffidabile dal mercato.

Personalmente, ritengo che se si voglia effettivamente tutelare gli acquirenti e moralizzare il mercato, occorrerebbe vietare la vendita o la accettazione di prenotazione onerosa da parte di chi non sia in possesso quantomeno del titolo abilitativo.

E questo messaggio è per il nostro legislatore.

Non è insolito, infatti, riscontrare questa tendenza nel mercato immobiliare: la prevendita in assenza di titolo, che nella migliore delle ipotesi porta ad un ritardo della consegna di alcuni anni rispetto a quanto pattuito contrattualmente con l’acquirente, con ulteriore e significativa perdita di credibilità da parte di tutti gli operatori, soprattutto di quelli seri.

 

 

Carlo Rusconi, Vice Presidente Edilizia e Territorio, Assimpredil Ance

Aprile 2021


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TAGS: edilizia, rigenerazione urbana, sviluppo immobiliare, territorio, urbanistica

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