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Cosa sono i consorzi di garanzia collettiva fidi

Le banche, noi 2015 numero 41

I consorzi di garanzia collettiva dei fidi – o meglio noti con l’acronimo confidi - rappresentano una realtà di valore assoluto per...

Cosa sono i consorzi di garanzia collettiva fidi

I consorzi di garanzia collettiva dei fidi – o meglio noti con l’acronimo confidi - rappresentano una realtà di valore assoluto per il sistema economico nazionale ed europeo sostenendo il sistema delle piccole e medie imprese al fine di facilitarne l’accesso al credito, rendendolo meno oneroso e più agevole.

La finalità che i confidi, storicamente, perseguono è quella di massimizzare i benefici per le imprese associate offrendo alle stesse le migliori condizioni di accesso al credito e una consulenza specifica per una gestione finanziaria più consapevole, operando con criteri di economicità tuttavia senza fine di lucro.

Se vogliamo inquadrare i confidi in un preciso contesto storico, la loro nascita risale agli anni cinquanta, quando imprenditori di varie categorie diedero vita ad enti di natura mutualistica per superare le difficoltà di accesso al credito. In Italia, infatti, nacquero prevalentemente come diretta manifestazione delle associazioni di categoria, improntando la propria attività a principi mutualistici e solidaristici.

Il contesto storico in cui i confidi nacquero è strettamente correlato alla congiuntura economica che l’Italia stava vivendo. La trasformazione economico-sociale vissuta dal nostro paese con il boom economico, infatti, ha stimolato la produzione e la commercializzazione di nuovo prodotti.

A fronte di un incremento della produzione, inevitabilmente faceva eco l’incremento della complessità gestionale ed emergeva con forza l’esigenza di reperire nuove forme e fondi di finanziamento, atte a sostenere lo sviluppo dell’attività di impresa.

E’ possibile collocare storicamente il momento di maggiore sviluppo dei confidi con gli anni ’70 quando la crisi petrolifera e gli effetti indotti sul sistema produttivo spinse gli istituti di credito ad irrigidire i propri criteri di valutazione per l’erogazione dei finanziamenti.

 

Il ruolo svolto dai confidi

Esiste una diffusa letteratura che ha dimostrato come le imprese di minori dimensioni hanno maggiori difficoltà di accesso al credito rispetto a quelle più grandi e questo principalmente imputabile alla minore disponibilità di informazioni codificabili.

Questa situazione, per le imprese minori, esaspera il grado di asimmetria informativa che tipicamente caratterizza le relazioni creditizie.

La valutazione del merito creditizio di tali imprese si basa molto spesso su informazioni di natura qualitativa, comunemente note come soft information.

In particolare, le banche instaurano da sempre con le aziende clienti relazioni strette e durature per acquisire le informazioni rilevanti, ma non pubblicamente disponibili, ovvero il cosiddetto relationship lending.

Il relationship lending, ovviamente non consente di eliminare del tutto le asimmetrie informative e pertanto le banche richiedono alle imprese di fornire garanzie che consentano di ridurre i rischi.

In questi casi, alcune imprese possono incontrare difficoltà di accesso al credito qualora non dispongano di attività idonee a fungere da collaterale a fronte di prestiti bancari.

E’ proprio questo il caso in cui vanno ricercate altre strategie per contenere il rischio di credito per le banche: la strada percorsa per molto tempo è stata quella di ricorrere a schemi di garanzia mutualistica.

In Italia, garanzie di questo di tipo sono rilasciate dai confidi. Principalmente costituiti in forma consortile, i consorziati tipici dei confidi sono le imprese, tipicamente di dimensioni contenute, che contribuiscono ad alimentare un fondo che svolge la funzione di garanzia collettiva su prestiti erogati singolarmente alle stesse da parte di banche.

Le eventuali perdite dovute a inadempienze delle imprese debitrici sono imputate – nei limiti contrattuali – al fondo di garanzia e condivise quindi tra tutti i soci.

La capacità del fondo di garanzia di far fronte alle perdite derivanti dalla concessione di garanzie dipende in modo cruciale da quanto il confidi riesce a diversificare il rischio di insolvenza delle imprese garantite.

Dal punto di vista del sistema bancario, il contributo a migliorare il grado di diversificazione

del rischio di credito è tanto maggiore quanto minore è la sovrapposizione tra il suo portafoglio crediti e quello costituito dalle imprese garantite dal fondo.

Dopo un arco temporale, “passato nell’ombra” L’attività dei confidi a favore dell’accesso al credito delle piccole e medie imprese è ritornata di interesse nel corso della recente crisi economica e finanziaria, in cui fattori di carattere congiunturale si sono aggiunti agli usuali elementi d’incertezza nella valutazione del merito di credito delle piccole e medie imprese.

Ma in che modo i confidi possono attenuare il grado di asimmetria informativa e migliorare l’accesso al credito per le imprese di piccole dimensioni?

Quali sono le caratteristiche della garanzia mutualistica che la distinguono dalle altre forme di garanzia e che possono ridurre le esternalità negative migliorando il funzionamento del mercato del credito e favorendo un più efficiente equilibrio tra domanda e offerta?

Generalmente, le banche ricorrono al sistema delle garanzie con il fine ultimo di contenere le

perdite in caso di default. In particolare, il sistema delle garanzie può essere utilizzato per “estrarre” informazioni dalle imprese, migliorare la capacità di screening delle banche e quindi mitigare i fenomeni di adverse selection.

Le garanzie prestate dai confidi, infatti, presentano alcune peculiarità rispetto al caso in cui esse sono costituite da attività proprie del debitore. Una caratteristica rilevante è che la garanzia dei confidi è rappresentata da un fondo al quale contribuiscono tutti i soci del consorzio.

A questa caratteristica si possono associare benefici in termini di riduzione dei fenomeni di adverse selection.

A fronte di questo ruolo nel mitigare le possibilità di selezione avversa, l’intervento dei

consorzi può tuttavia favorire fenomeni di moral hazard. Un altro aspetto specifico delle garanzie dei confidi è infatti che esse sono collaterale “esterno”, fornito da un soggetto terzo rispetto al debitore e al creditore (outside collateral).

In altri termini, ci si trova di fronte ad una sorta di assicurazione contro il rischio di insolvenza.

I fenomeni di moral hazard connessi con il rilascio della garanzia da parte del confidi sono tuttavia limitati dal fatto che le aziende associate sono parte di un network molto interconnesso, questo dovuto al fatto che nella maggior parte dei casi i soci sono residenti in una ristretta area geografica e sono membri di una specifica associazione di categoria il che alimenta meccanismi di peer monitoring.

I fenomeni di moral hazard possono essere mitigati anche dall’attività di monitoring nei confronti

delle imprese garantite esercitata dagli addetti alla valutazione delle pratiche dei confidi. Resta del tutto acclarato che il più stretto legame dei confidi con il territorio agevola la raccolta di informazioni anche nella fase di screening.

Nel caso di rilascio di una garanzia, il confidi svolgerebbe una parte rilevante della fase di screening dell’impresa rilasciando alla banca una sorta di “certificazione” del merito di credito.

L’incentivo dei confidi a svolgere correttamente tale azione dipende in modo cruciale dal grado di assunzione di rischio da parte del confidi stesso di valutazione errata, infatti, i confidi, nei limiti stabiliti dagli accordi con le banche e a valere sul fondo di garanzia, sostengono parte dei costi connessi con l’insolvenza di un’impresa garantita.

L’efficacia dei confidi dipende anche dalle loro specifiche caratteristiche.

In particolare, una maggiore dimensione consente di sfruttare economie di scala nell’attività di screening e monitoring. Una più ampia dimensione, inoltre, può consentire una più ampia diversificazione del rischio, accrescendo la possibilità di garantire imprese che, per caratteristiche settoriali e di localizzazione, hanno performance poco correlate con quelle delle imprese già garantite dal fondo.

Di converso, all’aumentare della dimensione, i confidi tenderebbero progressivamente a perdere la loro natura localistica e, in presenza di un numero molto elevato di soci, il peer monitoring risulterebbe poco efficace.

Nel sistema economico nazionale, i confidi hanno avuto da sempre un grado di autonomia e di spontaneità piuttosto elevato, potendo assumere diverse configurazioni giuridiche: questo a differenza degli altri paesi europei dove gli stessi nascono a fronte di un omogeneo disegno di natura pubblica, realizzato per accompagnare le PMI verso l’accesso al credito.

Una annuale ricerca svolta da Unioncamere Lombardia sul mondo dei confidi lombardi mette in evidenza che è tuttora in corso un ampio processo di riforma, i cui effetti sono visibili – principalmente - nella razionalizzazione dei player attivi sul mercato, attraverso mirate politiche di aggregazione e nell’intensa riorganizzazione interna delle strutture, sulla scia dell’evoluzione che ha interessato in maniera più ampia il sistema nazionale dei confidi.

In particolare, la vera evoluzione dei confidi è stata quella di essere iscritti come intermediari vigilati ai sensi dell’art. 107 del TUB: ad oggi attivi sul mercato regionale, sono dodici i soggetti che operano come “confidi 107”.

La rilevazione prende in considerazione i principali dati relativi agli operatori presenti sul mercato regionale delle garanzie, con riferimento al patrimonio e ai volumi di garanzie e finanziamenti rilasciati, nonché a una serie di variabili qualitative che consentono di effettuare una fotografia dei principali servizi offerti dai confidi e del rapporto instaurato con le banche, le istituzioni pubbliche e gli altri player del mercato.

Tuttavia, la crisi del rapporto banca/impresa ha pesato, inevitabilmente, sull’attività dei confidi.

L’analisi dei flussi di finanziamento garantiti dai confidi censiti nell’indagine regionale mette in luce dinamiche tendenzialmente allineate a quelle rilevate sul mercato del credito in generale, evidenziando una progressiva contrazione dei finanziamenti rilasciati alle imprese. Tale fenomeno è l’effetto di una duplice composizione di fattori: da un lato, il credit crunch come effetto di politiche bancarie restrittive e, dall’altro, un notevole calo sul lato della domanda di credito da parte delle imprese, soprattutto per ciò che concerne gli investimenti a medio e lungo termine.

Inoltre, la crisi ha inciso pesantemente sui bilanci dei confidi in termini di insolverncy rate, che sono schizzati a valori a doppia cifra anche per effetto delle situazioni di difficolta in cui versano molte delle imprese che tradizionalmente facevano riferimento ai confidi.

Vorrei fare solo un breve cenno al Confidi Province Lombarde, noto anche come CPL.

Anche CPL nato nel 1968 con la denominazione di Confidi Milano è espressione del mondo confindustriale ed ha tra i suoi storici promotori Assimpredil Ance, Assolombarda, Camera di Commercio di Milano, Unione industriali grafici cartotecnici, Assistal, Confindustria Alto Milanese, Confindustria Monza e Brianza.

Nel quadro che è stato ora delineato si inserisce anche CPL che è diventato tra i primi ad essere iscritto nell’elenco speciale previsto dall’ art. 107 del Testo Unico Bancario e che nel recente passato ha pagato pesantemente il proprio appoggio ad un tessuto imprenditoriale diffuso scontando le perdite delle imprese entrate in difficoltà.

Questa situazione è stata un vero e proprio shock per una struttura che in più di 40 anni di attività è sempre stata tra i soggetti più performanti del panorama dei consorzi di garanzia lombardi ed italiani.

Un patrimonio di expertises sul tessuto imprenditoriale e di relazioni con il sistema bancario che non può e non deve essere disperso.

La situazione di difficoltà vissuta da CPL ha colpito comunque anche altre realtà presenti nel nostro territorio. Questo ha spinto chi ancora crede nel sistema dei nostri confidi a disegnare un progetto di “rinascita” e di “evolouzione”.

Esiste, infatti, un piano di lavoro volto a ridare nuovo vigore al sistema della garanzia collettiva fidi e in questo rinnovato contesto sono sicuro che CPL giocherà di nuovo un ruolo importante per il sistema imprenditoriale locale nel suo complesso e speriamo anche per le aziende del nostro settore.

Ma come ha scritto William Shakespeare nel suo Enrico IV “Battuti dalle tempeste, stanchi come siamo, e pallidi ancora di terrore, lasciam che la pace ci sorrida un istante, per avventarci poscia a nuove contese sopra sponde lontane”.

 

Luca Botta, Membro del consiglio di amministrazione di  CONFIDI PROVINCE LOMBARDE


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Autore: Luca Botta, Membro del consiglio di amministrazione di CONFIDI PROVINCE LOMBARDE

TAGS: banche, confidi, consorzi, credit crunch, finanziamenti, moral hazard

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