Territorio

Consumo di suolo, rieccolo!

Fare lobby 2017 numero 9

La discussione sulla legge nazionale sul consumo di suolo si è improvvisamente...

Consumo di suolo, rieccolo!

La discussione sulla legge nazionale sul consumo di suolo si è improvvisamente svegliata. Dopo mesi, o meglio anni, di sonnolento stazionamento nei cassetti del Parlamento, le agende legislative hanno visto un risveglio inaspettato: il tema, così trasversalmente sentito da tutti i politici di professione, che ne hanno fatto una bandiera variamente colorata, sembra tornare attuale.

Meglio tardi che mai, si potrebbe dire, visto che molte Regioni, nel frattempo, hanno provveduto al riguardo, e forse in modo più sensato e razionale rispetto a quanto si vocifera stia succedendo a livello nazionale.

Peraltro, c’è molto da dubitare che, dopo le lunghe discussioni sulla legge elettorale e quelle che seguiranno per la legge di bilancio, resterà tempo utile, nell’intenso lavoro parlamentare, di pensare anche al consumo di suolo: vacanze di Natale prima e lo sciogliete le righe preordinato alle elezioni non consentiranno, pensiamo, di dedicare la dovuta attenzione a un tema così delicato.

 Al momento, però, più che fissare scadenze ai parlamentari per la presentazione di emendamenti sembra che non si sia andati: non abbiamo visto calendarizzare lavori e discussioni nelle Commissioni dedicate. Ma il provvedimento merita di essere esaminato, perché, conoscendo i giochi perversi della politica, il rischio è di ritrovarsi con una legge di fine legislatura che venga fuori di punto in bianco a dirci come e quanto si dovrà risparmiare suolo in questo Paese.

Qualche spunto interessante? Pochi. Ad esempio, la distinzione tra consumo di suolo reversibile (che è cioè ripristinabile alle condizioni iniziali) da quello permanente; o la tutela delle disposizioni regionali vigenti (e ci mancherebbe altro!).

Molti restano, in realtà, i punti critici. Si prevede, ad esempio, un limite di riduzione del 15% del consumo di suolo ogni tre anni, in caso di mancata approvazione di disposizioni regionali. O anche la mancata attenzione ai diritti acquisiti con pianificazione attuativa, non adeguatamente salvaguardati, visto che è concesso ai Comuni di modificare anche i piani attuativi approvati.

O ancora, alcune limitazioni contenute nelle definizioni di consumo di suolo o di superficie libera e la precisazione che la rigenerazione urbana non debba comportare consumo di nuovo suolo. Insomma, prepariamoci, cospicui risparmi ci attendono!  

Carlo Rusconi, Vice Presidente Edilizia e Territorio, Assimpredil Ance

Novembre 2017


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Autore: Carlo Rusconi

TAGS: edilizia, rigenerazione urbana, territorio, urbanistica

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