Guattani 16

Decreto anticrisi e sicurezza

Silenzio 2018 numero 13

Cambiare per programmare il futuro

Decreto anticrisi e sicurezza

 

La recente tragedia di Genova ha messo ancora una volta in evidenza la fragilità di un territorio e la carenza di infrastrutture sicure ed efficienti nel nostro Paese. Uno stato di cose che impone scelte rapide e urgenti per rendere possibile quanto prima quel grande piano di messa in sicurezza e manutenzione del territorio che invochiamo da anni ma che finora non è ancora realmente mai partito. E questo nonostante le risorse siano già state stanziate. Perché queste si trasformino in cantieri servono strumenti normativi e procedurali che consentano alle amministrazioni di spendere rapidamente i soldi stanziati e dare avvio ai lavori. Quello che occorre subito, perciò, è un decreto anticrisi che anticipi alcune modifiche del Codice appalti, che di fatto in questi anni ha ulteriormente rallentato la realizzazione delle opere pubbliche, con alcuni snellimenti procedurali necessari per un Paese che non vuole arrendersi al proprio declino e che vuole garantire ai propri cittadini una vita migliore e più sicura. Occorre poi una programmazione adeguata degli interventi da realizzare che non può prescindere da una serio piano di valutazione dei rischi e dello stato di salute di ogni singola infrastruttura. Dobbiamo essere in grado di programmare il nostro futuro. Mettere in connessione, colmare le distanze, adeguare le strutture ai bisogni reali delle persone. E per farlo è indispensabile, prima di tutto, superare sterili contrapposizioni che non fanno che esacerbare il dibattito sulle infrastrutture opponendo strumentalmente chi sostiene che siano utili e ne servano di più e chi afferma invece la priorità della manutenzione di quelle esistenti. Messa in sicurezza e sviluppo del sistema infrastrutturale dei nostri territori non sono due concetti in contraddizione, ma devono viaggiare sullo stesso binario nelle scelte di una politica che ha veramente a cuore il futuro del proprio Paese e non si preoccupa solo del proprio tornaconto elettorale. Si tratta di un salto di qualità importante che il Paese merita e per fare il quale serve il contributo di tutti: nessuno escluso. Le imprese di costruzione hanno dimostrato in passato e continuano a dimostrarlo anche oggi, soprattutto all’estero vista la crisi che attanaglia il mercato interno, di essere in grado di realizzare prodotti di grande qualità e ad alto valore tecnologico. Un know how e competenze che dobbiamo avere la possibilità di esprimere anche a casa nostra nell’interesse del Paese intero.  

 

Gabriele Buia, Presidente ANCE

Settembre 2018


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Autore: Gabriele Buia

TAGS: ANCE, Buia, cantieri, costruzioni, edilizia, infrastrutture, Ponte Morandi, Sicurezza

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